CATANIA – Un’emergenza nell’emergenza. Quella abitativa, a Catania come nel resto di Italia, è una delle maggiori, acuita enormemente dalla prolungata crisi economica che ha fatto aumentare la richiesta di alloggio in maniera esponenziale, coinvolgendo non solo gli indigenti e gli immigrati, ma anche moltissimi cosiddetti “nuovi poveri”: genitori separati, adulti licenziati o sfrattati, insoma chiunque non riesca più a sostenere le spese di un affitto. Ed è proprio per accendere i riflettori sull’emergenza abitativa e sul bisogno di alloggio che il Csve, il Centro di servizio per il volontariato etneo, ha deciso di organizzare, per oggi pomeriggio, una manifestazione in piazza, “Happy hour, happy house”. LivesiciliaCatania ha incontrato il vice presidente del Csve, Salvo Raffa, per approfondire l’iniziativa ma anche per comprendere l’importanza sul territorio del terzo settore e del centro nato per coordinare le molteplici attività di volontariato presenti.
Di cosa si occupa, in pratica, il Centro per il volontariato?
Nello specifico, si occupa di dare servizi prima di tutto alle associazioni di volontariato. Questo è il motivo principale per cui è nato, oltre 10 anni fa. Nasce dalla legge 266 del 1991 con lo scopo di essere punto fermo per le numerose realtà presenti, che oggi sono a Catania, Siracusa, Ragusa ed Enna, le province di competenza del Csve, oltre 1000. Coordiniamo le attvità e le realtà, facendole dialogare tra loro: abbiamo cercato di pensare a corrdinamenti di associazioni che, anche se con scopi diversi, possano fare rete, rendendo più efficace l’azione e realizzando importanti iniziative.
Come quella che avete organizzato per oggi pomeriggio per attirare l’attenzione sul’emergenza abitativa?
L’idea di accendere i riflettori sull’emergenza abitativa nasce da un accordo tra il Comune di Catania e il Csve, ideato con l’ex assessore ai Servizi sociali Carlo Pennisi, e che oggi, più che mai, torna in primo piano. L’emergenza alloggio, il bisogno di avere un tetto sulla testa è per noi sempre di più una necessità: per questo abbiamo voluto dare il nostro contributo in questo modo. Un progetto che nasce tempo fa, quindi, e che ha già visto alcuni risultati, primo fra tutti il percorso per liberare Corso Martiri della Libertà che, grazie all’accordo sottoscritto con il Comune, ha visto il Csve seguire le operazioni mantenendo un ruolo super partes, attraverso la gestione del conto corrente aperto appositamente per raccogliere donazioni, anche di privati cittadini. La casa è un diritto e va tutelato.
Come è il rapporto con l’assessore ai Servizi sociali dell’amministrazione Bianco, FiorentinoTrojano? Lo avete già incontrato?
Ancora non lo abbiamo incontrato. Stiamo pensando di scrivere al sindaco per presentarci, fargli sapere che da tanti anni esiste questa realtà, quello che abbiamo fatto in questi anni, anche grazie alla Giunta precedente, e quello che vorremmo fare con l’attuale amministrazione. Questo è il primo passo: cercheremo di incontrare il nuovo assessore e di pianificare anche con lui un lavoro comune e sinergico. Per noi è importanti avere ruolo e dialogo con le Istituzioni. Non si può procedere separatamente: dobbiamo camminare insieme e verso la stessa direzione. A breve, scriveremo questa lettera con l’auspicio che la nuova amministrazione, il sindaco e la Giunta tutta, possano avere con noi quel dialogo importante di cui beneficiano tutti.
Per quanto riguarda, in particolare, l’emergenza abitativa, quale pensate debba essere il percorso dell’amministrazione Bianco rispetto a quanto posto in essere dall’amministrazione Stancanelli?
Ritengo che negli ultini anni sia stato fatto molto per quanto riguarda il problema della casa, soprattutto è stato fatto un balzo in avanti a livello di innovazione. E’ cambiato l’approccio: oggi, tutti i soggetti si siedono intorno a un tavolo rotondo e discutono alla pari. Questo è innegabile ed è il risultato più grande. E questo deve continuare. Nel volontariato non c’è politica, ma solo voglia di fare.
La vostra importante attività si basa sul volontariato, in particolare, da parte dei giovani. Quanto è imporetante questa componente?
Sono diversi i giovani che fanno parte del mondo del volontariato, anche se ancora non sono in tanti a ricoprire incarichi dirigenziali, Per questo, il Csve ha deciso di creare un gruppo che abbiamo deciso di chimare “Fammi largo”, un’iniziativa che nasce da “Dammi spazio”, esperienza nazionale, e che vuole essere un luogo nel quale i giovani possano trovare spazio non solo all’interno delle associazioni, ma anche all’esterno, sul territorio. I ragazzi, infatti, fanno volontariato ma, in qualche modo, si sono spinti oltre, dando un contributo dal punto di vista dell’animazione al centro servizi. Con loro abbiamo organizzato numerose iniziative: lo scorso dicembre abbiamo realizzato la “notte bianca del volontariato” e oggi pomeriggio l’evento in piazza Lincoln, con lo scopo di promuovere le attività. Nel caso di oggi, l’intento è accendere i riflettori sull’emergenza casa, dare piccole risposte a chi ha bisogno e promuovere la raccolta fondi.