La scena, per ora, è pressapoco questa, a prescindere dalle situazioni serie che vanno seriamente valutate: un uomo, a letto, con la febbre, che scorre i bollettini dell’influenza e convoca al capezzale la famiglia, comprensiva di cani, gatti, canarini e criceti, per l’estremo saluto (qualcuno ha anche un simpatico iguana domestico, si narra).
In giro, sui benedetti social, l’allarme è già divampato, trasformando la normalità in panico, nel passaggio delicato in cui ci avviciniamo al picco influenzale. Avvertenza da leggere prima dell’uso del seguente breviario: è vero che il male di stagione non va sottovalutato. Ma è sempre meglio evitare lo psicodramma, almeno se non è necessario, bombardati come siamo da notizie, sos e numeri che non capiamo. A chi bisogna chiedere lumi? Al medico di fiducia, of course.
Roberto Garofalo, penna sensibile che i lettori di LiveSicilia conoscono benissimo, è un dottore di comprovata esperienza e sull’argomento si era già espresso. Dirigente medico dell’Asp, geriatra, anima solerte dell’Unità di cure palliative. Chi scrive lo ha conosciuto nel racconto dei sentieri impervi della sofferenza e del sollievo, trovandolo con l’atteggiamento giusto in trincea. Ed è sempre un piacere chiacchierare di farmaci, libri o storie.
Roberto, indossa il camice bianco per i lettori di Live…
“Fatto”.
Questa influenza è più brutta del fantasma delle influenze passate?
“Mi pare che sia la consueta, fastidiosissima, influenza. Che può essere preoccupante, come al solito, per le complicanze in certi pazienti cagionevoli. Stiamo calmi, però”.
Chi sono?
“Gli anziani, gli ammalati cronici, i bambini. Ma non c’è un’emergenza specifica”.
Eppure, si respira la grande paura.
“Ci sono tanti problemi…”.
Prego.
“Uno in particolare. Non voglio entrare nella polemica politica, ma è vero che c’è stata una campagna distorta sui vaccini che ha provocato uno scetticismo generale. Molta gente si è allontanata dalle vaccinazioni, infatti il tasso è calato. E questo ci ha indubbiamente reso più fragili”.
Invece?
“Invece possiamo accostarci ai vaccini con fiducia, perché i margini di sicurezza sono molto grandi. E i vaccini di adesso sono più garantiti ed efficaci”.
E poi?
“E poi i consigli della nonna vanno benissimo: lavarsi spesso le mani, soprattutto se si frequentano ambienti affollati…”.
La nonna ha sempre ragione.
“… e identificare le persone a rischio in famiglia e proteggerle”.
Sì, ma cosa diciamo a un malcapitato che trema e suda nel fondo di un letto, accingendosi, da esagerato, a dire addio al criceto familiare?
“Che deve fidarsi del medico e della medicina generale che è attrezzata per affrontare il problema. L’influenza dura, di norma, qualche giorno”.
E se non va via?
“Dopo i quattro o i cinque giorni, senza lasciarsi prendere dal terrore, se i sintomi persistono, si torna dal medico e magari, dietro sua prescrizione, si prendono gli antibiotici che vanno usati correttamente. L’uso scorretto degli antibiotici ci rende tutti più fragili ”.
Senza panico.
“Appunto”.
Niente antibiotico a strascico fai-da-te?
“Mai, mai e poi mai”.