PALERMO – “La provincia di Caltanissetta è al 103/mo posto su 107 province e i cittadini inattivi tra i 15 e i 64 anni sono 90 mila cioè un terzo della popolazione: che fanno tutto il giorno tante persone? Lavoro sommerso, lavoro grigio, nel quale la mafia prolifera, si rafforza e tenta di dare “risposte dove lo Stato non arriva”. La denuncia giunge dal segretario territoriale della Cgil nissena Ignazio Giudice, impegnato con la sua organizzazione a rilanciare la “Vertenza Gela” e della provincia attraverso una serie di manifestazioni per sollecitare un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e “stanco dei tavoli istituzionali in cui si parla tanto e non cambia nulla”. Stamani Giudice presidia il porto-rifugio di Gela, chiuso perché insabbiato, i cui fondi per la riattivazione sono stati bloccati dalla burocrazia, e da qui rivolge un appello alla mobilitazione ai sindaci dei 22 comuni del Nisseno, al governatore Musumeci, ai parlamentari eletti in questa provincia, a professionisti, commercianti e imprenditori. In una lettera denuncia che in provincia di Caltanissetta su 270 mila abitanti gli occupati sono poco più di un quarto della popolazione ed esattamente “69 mila (47 mila uomini e 22 mila donne) in tre settori produttivi: 12mila industria (edilizia, manifatturiero ecc.), 12mila agricoltura, 45mila nei servizi”. La percentuale degli inattivi invece è quasi doppia a quella di Milano. “Con le iniziative dei giorni scorsi – spiega Giudice – siamo riusciti a risollevare l’attenzione su una vertenza complessa che per il governo non è tra le priorità nazionali, ma è ancora poco, come poco è il tempo utile a risollevare le sorti dei nostri Comuni”. La parola d’ordine diventa perciò “sbloccare i finanziamenti” per il Sud, per la provincia di Caltanissetta.
(ANSA).