"Erano critiche e non minacce" |Cadono le accuse a Genco - Live Sicilia

“Erano critiche e non minacce” |Cadono le accuse a Genco

Paolo Genco

La decisione del Riesame. Il presidente dell'Anfe aveva preso di mira l'assessore Marziano

PALERMO – Quelle di Paolo Genco, presidente dell’Anfe, nei confronti dell’allora assessore regionale alla Formazione professionale Bruno Marziano erano critiche durissime e non minacce.

L’episodio rientrava nell’inchiesta sull’esistenza di una super loggia massonica che avrebbe fatto capo nel trapanese ha l’ex deputato Giovanni Lo Sciuto. L’ ente di formazione era stato escluso dalla graduatoria dell’Avviso 8 utili per ottenere i finanziamenti. Una esclusione frutto, secondo Lo Sciuto e Genco, della scelta di non premiare gli enti ”storici” a vantaggio di quelli più “giovani”.

L’intercettazione chiave era quella di una telefonata tra Lo Sciuto e Genco: “Eh.. dico.. però gliel’ho detto – raccontava Lo Sciuto a Genco – ‘o revochi l’accreditamento a… o succede un inferno, capito? Altrimenti facciamo una commissione di inchiesta. E non vogliamo sapere più niente. E lui si è impegnato a risolvere la cosa, Paolo… ora vediamo quello che succede”. La “commissione d’inchiesta” sarà in realtà una “sottocommissione” che mai sarà attivata.

Il Tribunale del Riesame, presieduto da Lorenzo Iannelli, ha depositato il dispositivo del procedimento nei confronti di Genco indagato dalla Procura di Trapani, in concorso con Lo Sciuto nell’indagine denominata Artemisia. Il Riesame è intervenuto a seguito dell’annullamento della Corte di Cassazione che aveva chiesto di rivalutare la gravità indiziaria di due ipotesi di tentata concussione ai danni di Marziano.

I giudici hanno accolto le tesi degli avvocati Massimo Motisi e Cinzia Calafiore, i quali hanno sostenuto che le critiche all’assessore provenissero “dagli esponenti di tutti i partiti politici e fossero conseguenza della formulazione degli avvisi che penalizzavano ingiustificatamente gli enti storici della formazione”. Il tribunale ha annullato l’ordinanza del Gip e ribadito l’incompetenza territoriale della Procura di Trapani.


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