PALERMO – Hanno messo a segno più di nove rapine in sei mesi, ai danni di autotrasportatori, conducenti di tir che venivano fermati durante il loro viaggio, minacciati con armi, sequestrati e privati del loro mezzo pesante che veniva svaligiato. La polizia stradale ha eseguito sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone: si tratta dei componenti di un’organizzazione criminale specializzata nelle rapine ai danni dei conducenti di tir carichi di merce, dai frigoriferi agli alimentari, dalle stoviglie ai componenti elettronici. Un business da oltre trecentomila euro. Le indagini sono durate più di un anno ed hanno condotto all’individuazione di Rosario Sciortino, 42 anni; Pietro Armanno, 41 anni; Antonino Carra, 54 anni; Salvatore Mancuso, 44 anni; Giuseppe Liguori, 30 anni. Agli arresti domiciliari è invece finito Rosario Belladonna di 30 anni.
Già nel dicembre del 2009, durante l’indagine denominata “Ciak”, erano stati tratti in arresto nella flagranza quattro dei componenti della banda, Sciortino, Carra, Mancuso e Armanno ed era stato altresì liberato l’autista che era stato preso in ostaggio. Gli arresti odierni sono invece il risultato delle indagini scaturite da una nuova rapina, avvenuta un anno fa. In quel caso, la banda stava scaricando il contenuto di un camion all’interno di un’area che si trova in via dell’Antilope, a Bonagia.
I reati contestati sono associazione per delinquere diretta alla commissione di rapine a mano armata con sequestro di persona, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, ricettazione. L’indagine ha consentito altresì di recuperare refurtiva per diverse migliaia di Euro, restituendola agli aventi diritto.
L’iter era quasi sempre lo stesso: il camionista veniva rintracciato in autostrada o in viale Regione Siciliana, poco prima di mettersi in viaggio, e due dei complici passavano all’azione. Quasi sempre, a fare irruzione sul mezzo pesante erano Carra – soprannominato “Asso” – e Liguori, quest’ultimo armato di pistola o coltello, minacciava l’autotrasportatore. A recuperare il mezzo ci pensava Sciortino, mentre Armanno avrebbe fatto da “vedetta”, ovvero si occupava di lanciare l’alalrme in caso di controlli delle forze dell’ordine nella zona del colpo. Quello di Mancuso – fratello del titolare del Carg Oli la società in via dell’Antilope base della banda – era un vero e proprio apporto logistico. Una volta preso di mira il tir la cui merce era facilmente piazzabile, l’autista veniva minacciato con le armi e fatto scendere dal mezzo: in tre casi, chi era alla guida del tir ha tentato di opporre resistenza e di far scattare l’allarme, ma è stato picchiato e ferito. Poi la banda lo costringeva a salire su una delle vetture dei rapinatori e condotto in giro per la città. La vittima veniva poi abbandonata, ma il tir, nel frattempo, era già stato svuotato.
Prima di entrare in azione, i sei si scambiavano informazioni attinenti il carico di merci da sottrarre al camionista e comunicavano rigorosamente in codice. “Stasera si gioca al pallone”, voleva dire “stasera si va a caccia di tir”. Venti-trentamila euro a carico, ma il colpaccio lo avevano fatto con un tir che trasportava frogoriferi della LG: oltre 350mila euro di elettrodomestici che furono poi rivenduti. “Abbiamo individuato cinque ricettatori – dice il vice questore della polizia stradale, Maria Giulia Sireci – che si sono occupati di immettere nel mercato la refurtiva. Tra questi ci sono i titolari di piccoli supermercati nella zona di San Lorenzo e lungo la circonvallazione. Per loro è scattata la denuncia per favoreggiamento e ricettazione.