ROMA – La sua disabilità sarebbe stato l’unico motivo di esclusione dalla nuova avventura del catechismo: a raccontare la storia che ha coinvolto un bambino di nove anni e una parrocchia romana è la madre del piccolo, attraverso l’associazione ‘Vorreiprendereiltreno’. La donna scrive di sentirsi “svuotata, colpita nel profondo”, e manifesta il “bisogno di raccontare la mia brutta esperienza a qualcuno che possa capire il senso del mio vuoto”, come riporta RomaToday.
Il suo bambino ha la distrofia muscolare, e anche se non può camminare riesce comunque a condurre una vita normale andando a scuola, socializzando coi suoi tanti amici e andando al cinema. La madre lo definisce “perfettamente inserito nella società”, sottolineando che suo figlio “fa tutto in maniera autonoma spostandosi con la sua carrozzina”.
Motivi ulteriori di stupore per quanto successo in chiesa: “Eravamo pronti per iniziare le lezioni di catechismo – spiega ancora la madre – e ci siamo quindi presentati in parrocchia per l’iscrizione ai corsi. Ma, con nostro grande sgomento, il sacerdote, invece di accoglierci come tutti gli altri, ci ha letteralmente buttati fuori. Il sacerdote ci ha chiaramente detto, utilizzando un linguaggio offensivo, che non poteva iscriversi in quanto disabile – prosegue – e che ciò avrebbe comportato per loro una responsabilità che non potevano assumersi, aggiungendo che la chiesa non è un centro di riabilitazione, né un ‘parcheggio’ per bambini con disabilità, per le mamme che cercano un’ora di svago”.
“Ci siamo sentiti male, mortificati e feriti da chi dell’accoglienza e l’inclusione dovrebbe farne una missione – commenta con rabbia la donna – ma noi cercheremo di superare anche questo”. Poi senza giri di parole attacca il parroco che avrebbe deciso l’esclusione del bambino, volontariamente censurato dall’associazione ‘Vorreiprendereiltreno’ per sottrarlo alla gogna mediatica: “Vorrei solo che si sappia che ci sono, purtroppo, in giro anche preti che indossano una tonaca senza avere un’anima”.
evidentemente il bambino non era un clandestino, altrimenti tutto dovuto, i ns ragazzi sono di serie B. La carità cristiana non sanno dove abita.
In primis mi sembra un commento fuoriluogo e per giunta razzista. La signora ha avuto la sventura di aver trovato uno dei tanti fuori di testa, che sia prete o meno. E per come la vedo io forse le ha fatto un favore evitando accostamenti alla sacra bottega. Se la signora avesse fatto una cospicua offerta sarebbe stata accolta a braccia aperte.
La Chiesa, da sempre, senza soldi non canta messa. In quanto all’amore sbandierato a favore degli extracomunitari è tutto un mangia mangia: dato che rincorre il business che vi sta dietro.
Papa Francesco, per questi motivi, dovrebbe mandarlo in un centro di accoglienza per disabili
non facciamo di tutta l’erba un faccio, ci sono preti indegni ma anche tanti bravi sacerdoti, evidentemente questa signora a cui do tutto il mio appoggio, si è imbattuta nella persona sbagliata e in più le dico che è stato un bene che non abbia accolto suo figlio, perchè in quel caso chissà che insegnamenti avrebbe ricevuto da chi, per primo, non ha capito niente della missione di Gesù.