PALERMO – A regime, fra cinque anni, il risparmio sarà di 50 milioni. Fino ad allora, però, si procede per scaglioni, con una grande fetta pronta a partire subito. Prende corpo l’esodo dei Regionali deciso in primavera: alla fine di quest’anno avranno già lasciato la Regione 887 dipendenti “semplici” e 193 dirigenti, con un risparmio complessivo stimato di quasi nove milioni e mezzo all’anno, ma quasi altrettanti arriveranno dai prepensionamenti previsti per gli anni successivi fino al 2020. Il dato emerge dal report sull’esodo elaborato questa mattina dal dipartimento Personale: delle 4.580 domande che, come LiveSicilia ha anticipato qualche giorno fa, erano arrivate entro l’11 novembre, solo 98 sono rimaste sub judice. Per tutti gli altri, invece, la pensione scatterà: il personale complessivo della Regione, quindi, si ridurrà da 16.719 dipendenti a poco più di 12 mila. Ma non è finita: “A questi pensionamenti – spiega la dirigente del dipartimento Personale, Luciana Giammanco – se ne aggiungeranno altri, man mano che i dipendenti raggiungeranno i requisiti standard per lasciare l’incarico”.
La norma che permette ai Regionali di andare in pensione con le regole pre-Fornero è stata varata in primavera. Con la Finanziaria, infatti, le pensioni dei dipendenti di Palazzo d’Orléans sono state equiparate a quelle degli statali, ma con una clausola: chi da qui al 2020 rispetta i requisiti previsti prima della riforma Fornero può andare in pensione subito. Per accedere a questo beneficio bisognava avere 65 anni e 3 mesi di età e 20 anni di contributi versati, oppure almeno 61 anni e 3 mesi di età con 35 anni di contributi. In quest’ultimo caso, però, la somma fra anni di età e anni di contributi doveva superare “quota 97”.
Alla fine le domande arrivate sono state, appunto, 4.580. Oltre ai dipendenti che vanno in pensione nel 2015 e ai 98 casi ancora da analizzare, i lavoratori destinati a lasciare le scrivanie sono 547 nel 2016 (461 dipendenti “semplici” e 86 dirigenti), 533 nel 2017 (448 dipendenti “semplici” e 85 dirigenti), 639 nel 2018 (525 dipendenti “semplici” e 114 dirigenti), 775 nel 2019 (648 dipendenti “semplici” e 127 dirigenti) e 908 nel 2020 (717 dipendenti “semplici” e 191 dirigenti). “Per tutti loro – spiega la dirigente del dipartimento Personale – la pensione scatterà nel giorno in cui saranno maturati i requisiti, senza finestre prestabilite. Insomma: chi matura i requisiti il 9 dicembre può lasciare l’ufficio il 10. Il Tfr, invece, sarà pagato ‘a scadenza naturale’, cioè quando sarebbero dovuti andare in pensione comunque”.
Le più grosse tranche dei risparmi arriveranno subito e alla fine. Ma qui ci si muove nel campo delle stime, perché il quadro dettagliato dovrà essere valutato caso per caso. La stima – “al ribasso”, avvisa Luciana Giammanco, che conta di risparmiare molto di più – prevede 9,5 milioni di tagli da subito, ai quali si aggiungeranno altri 5,5 milioni dall’anno prossimo, altrettanti nel 2017, 7,7 milioni nel 2018, 8,6 milioni nel 2019 e 13,2 milioni nel 2020. Il totale è di 24,2 milioni all’anno per i 3.686 dipendenti “semplici” che lasceranno la Regione e di 25,8 milioni per i 796 dirigenti. Una goccia nel mare, se si pensa che nel 2014 per i dipendenti la Regione ha speso oltre 960 milioni, ma almeno è un inizio per la cura dimagrante.
Completata la verifica dei requisiti per andare in pensione con le regole pre-Fornero: nei prossimi cinque anni 4.482 dipendenti lasceranno Palazzo d'Orléans. I primi 1.080 vanno via subito. Ecco tutti i dettagli anno per anno.
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