Catania. L’appello dei sindacati confederali alla politica: “Cambiamo musica”. Partirà domani la mobilitazione regionale di Cgil, Cisl e Uil contro la legge di stabilità e in favore del lavoro produttivo. Un momento di protesta, che domani mattina si concretizzerà con i concerti organizzati dai dipendenti dei tre teatri in crisi di tre città siciliane: Messina, Palermo e Catania. “In Sicilia la lotta contro la legge di stabilità si salda con quella per stabilire sviluppo e occupazione e garantire alle istituzioni culturali certezza negli investimenti”, spiega Angelo Villari, segretario della Cgil etnea. La crisi dei teatri, del resto, nonostante lo stanziamento di due milioni di euro da parte della Regione, è una ferità ancora aperta. “Questa somma serve a pagare due mensilità di stipendi arretrati, noi chiediamo che ci sia certezza dei finanziamenti su una programmazione triennale per consentire ai lavoratori di lavorare serenamente e fornire alla città occasioni di sviluppo e turismo culturale”, dice Villari. Gli fa eco Rosaria Rotolo, segretaria provinciale della Cisl: “Per rilanciare i teatri servono finanziamenti certi e reali e un’assegnazione tempestiva delle risorse.”
Del resto, il “cambio di rotta” invocato a gran voce dai sindacati coincide con un momento decisivo della politica regionale, cioè l’imminente approvazione del bilancio. “Chiediamo all’esecutivo regionale che inserisca nella finanziaria degli elementi di discontinuità con il passato”, sottolinea Rotolo. Nello specifico i sindacati chiedono investimenti che favoriscano “l’occupazione, la lotta alla povertà, il potenziamento dei trasporti” e “il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga”. Rotolo sottolinea che quest’ultimo intervento deve andare di pari passo con “politiche attive finalizzate a ricollocare i disoccupati nel mondo del lavoro”. La linea tracciata dai sindacati tocca tutti i livelli, dal locale al nazionale: sostenere e incrementare l’occupazione e agevolare gli investimenti produttivi. All’interno di questa visione strategica, del resto, il territorio siciliano, soprattutto catanese, gioca “un ruolo decisivo” come spiega il segretario della Uil, Angelo Mattone.
“A Catania servono nuovi investitori, questa città è la vera piattaforma strategica della Sicilia e del Mediterraneo”. Le enormi potenzialità del territorio, però, vanno agevolate da una serie di interventi mirati: “Completare le infrastrutture primarie, un mercato agroalimentare che sia all’altezza, consolidare gli edifici pubblici e fare ripartire edilizia”. Insomma, i sindacati hanno le idee chiare. “Da Catania, da una piazza-simbolo della recessione della cultura e del lavoro in questo territorio, chiederemo che il governo Letta, il governo Crocetta e gli enti locali cambino musica, altrimenti le aziende continueranno a chiudere, i lavoratori ad essere licenziati e il bilancio dello Stato a peggiorare”, dicono i tre segretari. La direzione è chiara: la spesa pubblica, espunti gli sprechi, deve andare nella direzione “della giustizia sociale e della crescita dell’economia”.