PALERMO – Di un candore caldo, materico, silenzioso ma incisivo, è la scultura che da questo pomeriggio in avanti segnerà con fierezza, e anche po’ di ironia, la passeggiata lungo la Cala di Palermo: Ape Bianca, pensata e progettata da Andrea Di Marco L’installazione, voluta proprio per questo scorcio della città, proteso verso il mare e pregno di storia, è stata inaugurata oggi sotto la luce abbacinante di un sole cocente e davanti ad una folla silenziosa, emozionata, che sorride alle parole “Andrea è con noi”, pronunciate dall’Assessore alla Cultura, Francesco Giambrone, al taglio del nastro rosso.
A meno di un anno dall’improvvisa scomparsa di Andrea, a soli 42 anni, la presenza di quel “lapino” stracarico di cassette di frutta che guarda il mare mette in moto tante sensazioni, tanti ricordi e soprattutto tante immagini, che immediatamente rimandano allo straordinario universo pittorico di Andrea. Piccola, ma potente, immacolata, ma già carica di storie, quell’ Ape parla tanto dell’arte di Di Marco, di quel suo peculiare modo di comunicare tra concretezza e spiritualità, solennità e leggerezza. Esattamente come il lavoro di Andrea, che negli opposti trova la sua armonia, la scultura poggia su ossimori: è discreta ma non può passare inosservata, fa sorridere, ma anche riflettere. La grande abilità dell’artista – tra i più rappresentativi del panorama artistico siciliano – al di là di una rara e mirabile capacità tecnica, consisteva esattamente in quel sapiente intreccio di realtà e poesia che rende le sue tele al contempo immediate e auliche.
Sotto le sue corpose pennellate, i suoi colori caldi e la luce avvolgente, i suoi soggetti – saracinesche chiuse, sedie vuote, scale appoggiate, scafi dismessi e ovviamente l’ape –seppur perfettamente riconoscibili, e anche confortanti, nella loro figurazione, non sono mai realmente identificabili. Le ‘cose’ dipinte da Andrea riescono ad essere familiari, ma come mai erano apparse prima. Gli scenari urbani dell’artista, dove tutto è indiscutibilmente umano, spesso dimesso e umile, desolato e periferico, appaiono così sacrali, paradossalmente preziosi, nel loro binomio di immanenza e trascendenza da colpire lo sguardo di chi li osserva e invitare al silenzio, al rispetto anche del quotidiano più banale.
Andrea Di Marco presentava la disarmante verità delle cose con uno sguardo acuto e lirico, e Ape Bianca fondamentalmente ci vuole ricordare di non smettere di farlo. Il progetto è realizzato dall’Associazione Arsmediterranea, Archivio Di Marco e Studio Pellegrino, con il patrocinio dell’Ente Porto di Palermo, Assessorato Cultura di Palermo e la partecipazione degli sponsor Elenka, Banca don Rizzo e Lodetti.