PALERMO – Un taglio complessivo di 3.900 lavoratori che in Sicilia porterà a circa 400 esuberi, da raggiungere attraverso la pensione anticipata e incentivata su base “volontaria”, così come riferito dai sindacati First Cisl e Fabi. Sono questi i riflessi del piano industriale di Unicredit, siglato dall’istituto bancario e dai sindacati, nell’Isola. L’istituto conta attualemnte circa quattromila dipendenti in Sicilia. L’accordo, che prevede anche il turn-over nel rapporto di un’assunzione ogni tre uscite e la stabilizzazione di 600 contratti di apprendistato, porterà anche alla chiusura di diverse filiali in Sicilia entro tre anni (una settantina secondo fonti aziendali, riportate dal Tgr Sicilia, cento secondo i sindacati).
Le chiusure dovrebbero riguardare i centri capoluogo, mentre l’istituto sembra orientato a ‘salvare’ le filiali dei centri medi e piccoli sfruttando il richiamo del brand ‘Banco di Sicilia’, che ancora campeggia su numerosi dei circa 350 sportelli Unicredit dell’Isola. Nessuna calendarizzazione, invece, per quanto riguarda le nuove assunzioni (le ultime risalgono al 2008).