CATANIA – È sindaco di Gravina di Catania. Tra i più dinamici, e non certo solo per la giovane età, della provincia. Scende in campo nelle vesti di amministratore sì ma anche di solido uomo di partito: quello di Fratelli d’Italia. Massimiliano Giammusso in campo per le Europee si gioca una partita importante.
Come nasce la candidatura?
“Nasce proprio dall’esperienza da sindaco e da vice presidente dell’Anci regionale: da un percorso condotto all’interno di Fratelli d’Italia ma che è anche amministrativo e professionale. Credo di poter dire di essere all’altezza della sfida del parlamento europeo”.
Su cosa punta?
“Servono competenza e radicamento sul territorio. Senza, non ci si potrebbe confrontare con un’Europa che tratta i temi dei territori. Ed è questo che va assimilato”.
Lei che istanze e quali urgenze porterebbe, in caso di elezione, in Europa?
“Io faccio riferimento alla questione della Sicilia e della Sardegna: dobbiamo tornare a pensare ad un’Europa che non sia solo continentale ma anche rivolta al Mediterraneo. Sicilia e Sardegna sono ponti ideali, in tal senso.
E c’è una questione energetica nella quale le due regioni possono essere centrali. Anche noi dobbiamo essere quel ragionamento costante che affronti temi come la migrazione ed il Medio oriente: è necessario un riequilibrio rispetto a questa parte d’Europa”.
Tanti suoi colleghi smentiscono che, queste europee, celino una competizione fra correnti all’interno di Fratelli d’Italia: anche lei pensa lo stesso?
“Posso anch’io confermare che non esistono correnti all’interno del partito. Va semplicemente scelto il candidato più bravo e che possa rappresentare meglio i territori al parlamento europeo.
Conta l’esperienza, la capacità amministrativa dimostrata. Ed i candidati che Fratelli d’Italia ha messo in campo sono tutti eccellenti”.
Ma dopo le europee prevede una sorta di resa dei conti all’interno del partito? O sarà solo un normale confronto?
“I confronti vanno fatti sempre. Sarebbe opportuno avere la possibilità di confrontarsi sempre. Certo, i confronti si fanno anche con i numeri ed consensi: ma ci sono anche le regole ed i valori ed i principi che ci accomunano”.
Il suo è un legame storico con il coordinatore regionale di FdI, Salvo Pogliese: le ha dato qualche suggerimento?
“Anche lui mi ha detto di affrontare questa campagna elettorale nella massima serenità perchè abbiamo la coscienza a posto. Veniamo da un percorso importante e, mi permetto di dire, non solo io ma un’intera generazione.
Ci sono tanti amici con i quali abbiamo fatto un percorso che parte dalle organizzazioni giovanili e che arriva ad oggi: per giocarsi una scommessa di carattere regionale ed europeo. Per questo, la mia candidatura è la battaglia di un’intera generazione ed io sono onorato di poterla rappresentare”.
C’è un tema pressante che è quello legato al rischio di astensione dalle urne.
“Beh, io credo che il tema di questa campagna elettorale sia proprio questo. Ovvero, lo sforzo che ogni candidato è chiamato a fare per far comprendere ai nostri concittadini l’importanza dell’appuntamento europeo.
Facendo capire che le scelte che incidono sulla nostra quotidianità non dipendono più solo da Catania o da Roma ma in modo sempre più ampio da Bruxelles e Strasburgo. Ecco, è questo che dobbiamo riuscire a far passare come messaggio.
Serve un consenso informato perchè le posizioni dei partiti sono nettamente diverse: Fratelli d’Italia è per l’Europa delle nazioni e dei popoli, un luogo di confronto dove ognuno mantiene la propria identità; altri partiti sono per un’Europa per come l’abbiamo conosciuta oggi, che tende la mano a burocrazia e vincoli”.
Cosa immagina per il suo partito all’indomani del voto europeo?
“Dal riscontro che sto avendo, Fratelli d’Italia è destinato ad accrescere i propri consensi grazie anche alla discesa in campo della leader Giorgia Meloni. E poi, perchè davvero è stata fatta una lista di candidati che ha un ampio radicamento sul territorio”.