L'exploit di Avs in Sicilia: "Con Pd e M5s un futuro possibile" - Live Sicilia

L’exploit di Avs in Sicilia: “Con Pd e M5s un futuro possibile”

Le parole del segretario regionale di Si Montalto

CATANIA – L’alleanza con il Partito democratico e il Movimento 5 stelle? “È un dovere civico“. Pierpaolo Montalto, segretario regionale di Sinistra italiana, è ancora alle prese con l’ubriacatura di consensi che Alleanza Verdi e Sinistra ha raccolto alle elezioni europee 2024.

Il 6,73 per cento nazionale, che si trasforma nel 4,8 in Sicilia e risale fino al 6,43 nella sola città di Catania. Un risultato che viene definito una “sorpresa”, in senso positivo, ma che per chi ha lavorato a costruirlo è il riconoscimento di un impegno che risale nel tempo.

La linea politica

“In primo luogo: il nostro non è un progetto elettorale. Non nasce in campagna elettorale, non ha come orizzonte quello di un’elezione ed è frutto della capacità di essere partito”, afferma Montalto a LiveSicilia.it. E, dopo avere parlato di fatica e passione, aggiunge: “C’è anche una linea politica perseguita con determinazione”.

L’idea che essere di sinistra significhi riportare “la sinistra nei suoi luoghi tradizionali: i cortei, la contestazione, i posti dove si spendono parole chiare sulla Palestina e sulla pace”. Quelli, insomma, dove c’è meno spazio per le mezze misure e per gli approcci timidi a temi sociali e diritti civili.

“Stiamo tornando a parlare alle nuove generazioni, perché abbiamo un’idea complessiva della società e agiamo la politica quotidianamente – continua Montalto – Abbiamo messo la giustizia climatica e la giustizia sociale al cuore di ogni nostro discorso, perché pensiamo che è su questo che si giochi il futuro”.

Il voto dei giovani fuorisede

Vero è che, tra gli studenti fuori sede, i votanti sono stati pochi. Ma è vero anche che tra quelli ad Alleanza Verdi e Sinistra sono andati il 40,35 per cento delle preferenze a livello nazionale. In Sicilia la percentuale è addirittura del 51,43 per cento (cioè: 18 voti). “Stiamo riabbracciando un mondo dal quale ci eravamo divisi, che è quello dei movimenti”, prosegue il segretario regionale.

La candidatura di Ilaria Salis, la cittadina italiana detenuta in Ungheria perché accusata di un’aggressione a un gruppo di neonazisti, va in questa direzione. Ma anche il sindaco di Riace Mimmo Lucano, arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e poi assolto, cinque anni dopo, a ottobre 2023, in Appello.

Stesso discorso per la ragusana Stefania Pagliazzo, componente del direttivo di Mediterranea Saving Humans, una delle ong impegnate nel salvataggio in mare dei migranti che tentano di arrivare in Europa. “Le loro candidature erano i vestiti migliori che potessimo indossare, rappresentano il nostro modo di intendere le cose: la battaglia contro l’estremiso neofascista, ma anche quella per l’accoglienza dei migranti”.

E poi c’è Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo, 18.544 voti nella circoscrizione Italia insulare (16mila e cocci solo in Sicilia). “Di lui mi ha sorpreso la sua capacità di entrare in connessione con noi e con i nostri temi – racconta Pierpaolo Montalto – Orlando si è presentato per quello che è: un uomo che ha amministrato Palermo costruendo un rapporto con i cittadini, senza clientele né zone franche”.

“Le elezioni più pulite”

Al di là dei ragionamenti nazionali, c’è però un contesto locale al quale guardare. E se le elezioni europee sono le più politiche tra tutte, sono anche quelle percepite come più distanti dalla vita quotidiana delle persone. “Sono le elezioni più pulite“, sentenzia Montalto. “È chiaro, però, che questo risultato va consolidato”.

“Non possiamo tradire le tante e i tanti che ci hanno votati, né i valori per i quali ci hanno votati. La prossima sfida è quella delle Regionali, abbiamo ancora anni per lavorare a un progetto credibile”. E, soprattutto, comune con le altre forze attualmente all’opposizione.

Appello all’unità a sinistra

“Il voto ad Alleanza Verdi e Sinistra e quello per Elly Schlein parla chiaro: i cittadini cercano risposte a sinistra. E noi queste risposte dobbiamo dare, anche rompendo i confini del nostro mondo“. Se democratici e pentastellati come alleati non fanno più notizia, che dire di Matteo Renzi e Carlo Calenda? “Se io volessi sedermi a un tavolo con Renzi e Calenda, in Sicilia, con chi dovrei sedermi? Che valori e che idee politiche porta?”.

“Per fronteggiare queste destre – conclude Montalto – ci viene chiesto uno sforzo. Il Movimento 5 stelle e il Partito democratico devono capire che uno slancio verso l’unità deve basarsi su un percorso comune. Su un modo comune di dare risposte ai problemi che tutti individuiamo. Queste elezioni, questi numeri, li voglio interpretare come un «bentornati nella realtà». Adesso ragioniamo”.


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