PALERMO- Oltre all’ex Pip Fabio Pispicia fermato pochi giorni fa dalla polizia con armi, passamontagna e guanti, nella lista dei 25 precari del bacino “Emergenza Palermo”, espulsi dalla Regione perché non in possesso dei requisiti di moralità e buona condotta per potere continuare a percepire il sussidio di 832 euro, ci sono cognomi “pesanti” di noti boss di Cosa nostra. L’elenco è in mano agli investigatori: il timore è che la Regione, in assenza di controlli mai avvenuti in passato, abbia dato dato soldi pubblici a persone legate alla mafia e che hanno commesso diversi reati. Alcuni come ha rivelato il governatore Rosario Crocetta percepivano l’assegno mentre si trovavano in carcere. A dare il via ai controlli sulle posizioni dei 2.900 precari è stato proprio il governo Crocetta che sta passando al setaccio tutti gli iscritti al bacino “Emergenza Palermo” anche alla luce della norma, approvata nell’ultima finanziaria, che stabilisce il tetto di 20 mila euro di reddito Isee per potere accedere ai sussidi sociali.
L’indagine
La Procura di Palermo indaga sulla gestione degli ex Pip di Emergenza Palermo. Dopo le segnalazioni del governatore siciliano Rosario Crocetta, che ha girato ai pm l’elenco dei lavoratori che per anni hanno percepito, prima un sussidio mensile, poi uno stipendio, dalla Regione, i magistrati hanno aperto un’inchiesta per capire se nell’ammissione alle liste dei precari e nell’assegnazione delle somme vi siano state irregolarità. Insomma, si tenta di accertare se a fronte di situazioni anomale come quelle dei precari milionari o detenuti vi siano state falle o complicità nel sistema dei controlli regionali. L’inchiesta è coordinata dall’aggiunto Leonardo Agueci.
(Fonte ANSA)
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