Ex Pip, si rompe il silenzio | All'orizzonte un incontro all'Ars - Live Sicilia

Ex Pip, si rompe il silenzio | All’orizzonte un incontro all’Ars

Alcuni ex Pip in protesta al Dipartimento del lavoro

L'incontro con l'assessore Scavone dopo un concitato sit-in. Il sindacato: "Basta promesse non mantenute"

PALERMO – Dopo un lungo periodo di silenzio, dalla Regione potrebbero arrivare novità per gli ex Pip. Ieri alcuni dei lavoratori attualmente inseriti nel bacino ‘Emergenza Palermo’ hanno incontrato l’assessore al Lavoro Antonio Scavone e la dirigente generale del Dipartimento del lavoro Francesca Garoffolo, dopo un concitato sit-in nella sede del dipartimento di via Praga.

“Dopo aver eluso le nostre richieste, l’assessorato ci ha accolti”, commenta la segretaria regionale della Fisascat Cisl Mimma Calabrò, che annuncia: “L’assessore Scavone ci ha informati che la settimana prossima dovrebbe convocarci la commissione Bilancio dell’Ars. Oggi ne avrebbe parlato direttamente col presidente, l’onorevole Riccardo Savona, a cui io stessa ho già fatto richiesta di convocazione. Dobbiamo discutere tutti intorno a un tavolo – conclude – e l’assessore condivide questa visione”.

Quella di ieri è solo l’ultima fase di una vicenda che si protrae da anni. Il capitolo più recente si è aperto lo scorso aprile, quando gli assessorati regionali al Lavoro e al Bilancio hanno concordato e sottoscritto il cronoprogramma per il passaggio definitivo dei 2600 ex Pip nella partecipata della Regione Resais. Il governatore Nello Musumeci ha promulgato la norma sulla stabilizzazione, ma il Consiglio dei Ministri l’ha impugnata davanti alla Corte Costituzionale e la giunta regionale ha deciso di resistere; il 14 gennaio 2020 la trattazione è stata rinviata per l’ennesima volta.

Più volte i sindacati hanno chiesto all’Ars di tirare fuori gli ex Pip dall’impasse in cui si trovano, giudicandolo inammissibile. “Gli ex Pip sono lavoratori che svolgono importanti servizi per la collettività – fa presente Calabrò –. Sono impiegati in ospedali, scuole e università ma anche nei tribunali, nelle caserme, in Prefettura, in Questura e negli assessorati, per circa 800 euro al mese. E vivono in condizioni di continua tensione e preoccupazione: se determinati servizi non vengono svolti dal soggetto, l’ente lo rimanda all’assessorato senza sussidio finché non viene riassegnato. Ad oggi – continua – i 2600 del bacino sono stanchi. La parola d’ordine è ‘basta’: basta a vent’anni di mancata contribuzione per mano della Regione, basta diritti non riconosciuti, basta fare promesse agli ex Pip per usarli come bacino elettorale e poi non mantenerle”.


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