PALERMO – «Le primarie festa di democrazia? Concordo con Faraone, ma questo non significa ignorare gli iscritti». A dirlo è Teresa Piccione, candidata alla segreteria regionale del Pd in Sicilia del 16 dicembre, che ribatte punto per punto alle dichiarazioni di oggi dell’altro aspirante segretario, il renziano Davide Faraone, che a Palermo ha presentato la sua candidatura.
«Se anche Faraone – continua Piccione – riconosce il ruolo degli iscritti al Pd, consenta il regolare svolgimento dei congressi dei circoli prima delle primarie e prenda le distanze dai comitati civici promossi da Renzi fuori dal Pd. I candidati segretari provinciali hanno presentato stamani alla Commissione Regionale di Garanzia un ricorso per il regolare svolgimento dei congressi». Il punto del contendere rimane quello legato alle date dei congressi locali. Che si sarebbero dovuti svolgere come di consueto prima di quello regionale e che invece sono slittati, per decisione della commissione regionale del congresso presieduta da Raciti, al 21 dicembre.
Piccione respinge al mittente l’accusa di rappresentare con la sua candidatura il gruppo che rappresenta il passato del partito. «Anche Faraone sente bisogno di cambiar rotta con il passato? Bene. Pensa che il Pd appare chiuso? chieda al suo alleato Fausto Raciti perché il Pd oggi è chiuso, dopo quattro anni della sua segreteria, o, se preferisce, al suo vice-designato Antonio Rubino, che è stato segretario organizzativo. Non basta scaricare le colpe dell’ex governo regionale , Faraone riconosca che anche lui da sottosegretario ha commesso errori con la riforma della Buona scuola».
Tornando alle dichiarazioni di Faraone, Piccione controbatte: «Non può essere autore di cambiamento chi è stato protagonista del disastro di questi anni a Roma come in Sicilia. La mia candidatura è sostenuta da giovani, associazioni e tanti cittadini che vedono il Pd come garanzia della democrazia italiana. Ci sono anche volti noti? Almeno sono quelli che il Pd lo hanno fondato e che ci resteranno». Un riferimento, questo, all’eventualità di una fuoriuscita dei renziani dal prtito in vista delle Europee. Prospettiva che oggi Faraone ha negato, osservando che altrimenti non si sarebbe candidato a segretario.
«Abbiamo ostinatamente cercato un candidato unitario come segretario regionale – ricorda Piccione -. Nessuno di noi ha mai pensato di indicare “pupi” da candidare alla segreteria regionale del Pd. Faraone sa bene che si era ipotizzata, tra le altre, la candidatura del presidente del Partito Giuseppe Bruno, che poteva rappresentare l’unità del partito. Se Faraone vuole davvero un congresso libero non si opponga allo svolgimento dei congressi dei circoli sul territorio».
Oggi a Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Catania si riuniranno le direzioni provinciali del partito che potrebbero tirare dritto verso una celebrazione dei congressi prima delle primarie, consumando uno strappo profondo dentro al partito. Uno scenario che Faraone oggi ha detto di auspicare che non si verifichi.