Ferrandelli: "Andare oltre Crocetta |Non voglio fare una corrente del Pd"

Ferrandelli: “Andare oltre Crocetta |Non voglio fare una corrente del Pd”

L'intervista all'ex deputato che a Palermo sarà protagonista di un incontro pubblico con Alfio Marchini. "Vogliamo aprire a chi sta fuori dal Pd come fece il Big Bang. Alle amministrative nostre liste dove ci sarà  una forte presenza".

L'intervista
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PALERMO – Andare “oltre”. È la parola d’ordine che Fabrizio Ferrandelli ripete più volte per spiegare il senso dell’iniziativa di domani, sabato 19 dicembre. “Oltre” è il titolo dell’incontro pubblico che vedrà insieme l’ex deputato regionale del Pd e Alfio Marchini, l’imprenditore romano che dovrebbe ricandidarsi a sindaco alle prossime amministrative nella Capitale. Prima del dibattito al Multisala Al Politeama, che sarà moderato dal direttore di Livesicilia Giuseppe Sottile, ci sarà un incontro con i giornalisti.

Come mai questo evento pubblico insieme ad Alfio Marchini?

“Si inserisce sulla scia dell’operazione politica che stiamo lanciando con ‘I Coraggiosi’. Per fare tornare la politica protagonista sui territori. Ci pare interessante continuare questa iniziativa politica e culturale. Già nel titolo. ‘Oltre’. Come a Roma dove si è riusciti ad andare oltre Marino. E qui vogliamo andare oltre Crocetta, oltre i 90 deputati, oltre ai dirigenti dei partiti. E quindi chiamiamo coloro che sono interessati a costruire questa alternativa”.

Perché Marchini?

“C’è una similitudine con lui, la capacità di essere andati oltre la gestione dell’ordinario. Lui rappresenta anche un’esperienza di chi si sta ponendo il problema del governo del dopo”.

Lei negli ultimi mesi ha girato parecchio in Sicilia. Che situazione ha trovato?

“Trovo la vita. Che non trovavo dentro l’Assemblea regionale. I bisogni, le diffidenze, le necessità e le urgenze. Tutto ciò che non è rappresentato all’interno del Palazzo. Lì c’è un mondo interessato solo all’autoconservazione. Noi stiamo cercando di mettere insieme le migliori energie”.

Tutto questo sempre stando dentro al Pd…

“Io lo sto facendo nonostante il Pd regionale. Che a oggi è ostaggio di quattro capicorrente che hanno il fastidio della base, della gente. Si dividono assessorati, gabinetti e non si occupano dei bisogni dei territori”.

Insomma, non rimpiange di aver lasciato l’Ars?

“Domani sono cinque mesi dalle mie dimissioni. E mi pare che i deputati continuino a non avere una visione, parlino di riforme senza farne una. Sì, da allora hanno guadagnato ottomila euro al mese, certo, ma io guardo oltre. E penso alle generazioni future. Nel Pd mi pare che ci siano due Partiti democratici. Uno è quello dei territori, dei militanti. L’altro è quello degli apparati. Forse sarebbe necessaria una stagione congressuale straordinaria. Gli organismi invece si convocano solo per ratificare decisioni prese in un caminetto”.

E questo a suo modo di vedere provoca una disaffezione della base verso il Pd.

“Verso tutta la politica. C’è una repulsione del siciliano medio. Di tutti gli orientamenti. Si capisce che questa classe dirigente sta rappresentando interessi altri. Io ho fatto un’altra scelta e ho compiuto un atto di serietà, non mi sento un eroe. Stiamo cercando di dire alle persone che non è vero che siamo tutti uguali. In vista delle amministrative della prossima primavera stiamo vedendo come organizzarci con le liste…”.

Come le liste? Non si era detto che lei restava dentro il Pd? O farete liste in concorrenza col Pd?

“I comuni che andranno al voto sono piccoli e avranno liste civiche. Lì dove ci sarà forte la nostra presenza cercheremo di caratterizzare le liste anche dandogli il nome. Vorremmo andare oltre le appartenenze. Andare oltre ma per sbaragliare tutto. C’è da rimescolare e mettere dentro il meglio di tutto. Poi ci sono le identità di ciascuno. Ma è arrivato il momento dell’impegno. Stiamo riflettendo sulle cose da fare, sull’utilizzo dei fondi europei, sulla situazione del sistema creditizio in Sicilia Nei Palazzi invece si fanno solo discorsi di spartizione”.

Lei descrive un movimento trasversale…

“Trasversale sembra un’espressione negativa, mi fa pensare a persone pronte a tutto. Io penso più a una cosa simile al Big bang, dove c’erano militanti del Pd che si allargavano a quella pare di società che non si riconosceva nel Partito democratico e non voleva saperne. Di certo non vogliamo fare una corrente del Pd”.

Anche Renzi non voleva farne, e poi…

“La gente vuole una nuova proposta politica. Oppure è pronta a votare per i 5 stelle. Ma se ha garanzie di affidabilità da persone nuove che però hanno una capacità amministrativa è pronta a darle fiducia. Come vediamo a Gela, dove il nostro gruppo si sta molto rafforzando anche alla luce delle difficoltà dell’amministrazione dei 5 Stelle”..


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