PALERMO – All’Ars non c’è fretta. Non importa che la Sicilia sia paralizzata nella morsa della gestione provvisoria. Non importa che l’esercizio provvisorio sia scaduto lo scorso 31 gennaio. Non importa nemmeno che anche quando Bilancio e Finanziaria saranno approvati la situazione dei conti resterà drammatica e servirà l’impegno di tutti per risollevare le sorti dell’Isola. E non importa, infine, che il presidente della Regione Nello Musumeci abbia più volte detto di voler prendere le distanze da certe cattive pratiche del passato. Palazzo dei Normanni è chiuso per ferie. O quasi. La seduta, infatti, è formalmente aperta – pena la decadenza del Parlamento per mancata approvazione della Finanziaria nei tempi dettati dalla legge – ma i deputati torneranno in Sala d’Ercole soltanto l’11 febbraio. Dopo dieci giorni di nulla.
I motivi di questo ritardo sono molteplici, ma, in fin dei conti, hanno a che fare tutti con una sola questione: il presidente Musumeci all’Ars non ha i numeri e per essere certo di portare a casa il risultato ha bisogno che tutti e 35 i deputati regionali che compongono la sua maggioranza, compreso il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, siano in Aula e votanti.
La lunga gestione provvisoria
Eppure ci si sarebbe aspettati un atteggiamento opposto. Un po’ di fretta, magari, per provare a chiudere prima possibile la manovra. La scelta del governo, infatti, di rinunciare alla proroga dell’esercizio provvisorio ha fatto formalmente entrare la Regione nel regime di “gestione provvisoria”, che è tutta un’altra cosa. Al posto delle spese in “dodicesimi” sulla base del bilancio precedente, infatti, adesso si potrà uscire un euro solo per le spese obbligatorie: stipendi, spese di finanziamento della sanità, esecuzioni delle sentenze e tributi e poco altro. Insomma, si incrocia le dita sperando che non servano soluzioni d’emergenza. Anche perché, la gestione provvisoria sarà tale fino a quando la manovra non approderà sulla Gazzetta ufficiale. Si riparte da lunedì 11. Per quanto tempo ancora la Sicilia resterà in bilico?
Sant’Agata e i viaggi
“Quand’è Sant’Agata?”, ha chiesto il presidente dell’Ars Miccichè prima di sospendere la seduta. Come da tradizione, infatti, l’Assemblea regionale si ferma per la Festa di Sant’Agata, patrona di Catania, nel rispetto della Santa e del diritto dei parlamentari catanesi di prendere parte alle celebrazioni, un appuntamento importante per il territorio. Appuntamento ancora più importante in questa Legislatura considerando che, a partire dal presidente della Regione Nello Musumeci passando per buona parte degli assessori, la quota di catanesi in giunta è decisamente alta.
Ma la Festa di Sant’Agata si svolge tra il 4 e e il 5 febbraio, quindi sarebbe stato plausibile riunire il Parlamento già mercoledì 6 e ripartire, dopo l’approvazione della scorsa settimana degli articoli del Bilancio, con l’esame della Finanziaria. Il termine per la presentazione degli emendamenti scade proprio mercoledì, eppure il presidente Miccichè ha scelto di rinviare la seduta a lunedì prossimo. Come mai? Proprio per il ragionamento suddetto dei numeri: i viaggi già programmati di alcuni deputati avrebbero rischiato di far saltare la maggioranza, quindi è diventato necessario rimandare tutto alla prossima settimana. Mantenendo, ovviamente, la seduta aperta.
Le assenze dei deputati
Insomma, questa settimana, a parte le sedute programmate della Commissione Antimafia guidata da Claudio Fava e una a testa della Commissione Statuto e della Commissione Salute, Palazzo dei Normanni resterà praticamente deserto. E nel frattempo sono stati pubblicati i dati sulle presenze in Aula dei deputati nel terzo trimestre del 2018. In tre mesi il parlamento si è riunito soltanto 13 volte (complessivamente, contando pure le sedute durate soltanto pochi minuti). Il deputato che è stato più assente è Luigi Genovese, di Forza Italia, di recente “incoronato” anche, sulla base della dichiarazione dei redditi, il più ricco dell’Ars. Genovese ha partecipato solo a 3 sedute su 13 (2 congedi e 8 assenze). Record di assenze per Genovese anche nel secondo trimestre, aprile-giugno. Maglia nera anche per Baldo Guacciardi, del Pd, presente solo a 5 sedute su 13 (4 congedi e 4 assenze); Michele Mancuso di Forza Italia, 6 presenze su 13 (2 congedi e 5 assenze) e Sergio Tancredi, del M5s, che ha partecipato a 7 sedute su 13 (e 6 assenze).
Se pure con Bilancio e Finanziaria in attesa e con una Regione in stallo per la gestione provvisoria, , che consente di assolvere soltanto alle spese obbligatorie e ai debiti già assunti, il Parlamento siciliano sceglie di rimandare di dieci giorni la discussione dei documenti contabili, tenendo per altro ancora aperta una unica seduta fiume ma senza lavori, è lecito aspettarsi che i dati del primo trimestre del 2019 non saranno migliori.
*Aggiornamento ore 19.18
“Nessuna vacanza. Il disegno di Legge di stabilità regionale è un testo composito e sono necessari approfondimenti, in alcuni casi anche attraverso pareri delle commissioni di merito, che si esprimeranno in questa settimana”. Così il segretario generale dell’Ars, Fabrizio Scimè, in merito a quanto scritto da Livesicilia a proposito dei tempi di approvazione della manovra. “Per altre norme che hanno degli effetti finanziari – aggiunge il segretario – aspettiamo le relazioni tecniche del governo. Sarà inoltre necessario valutare con attenzione gli emendamenti per i quali il termine di presentazione è mercoledì prossimo”, conclude Scimè.