Fico: "La vera antimafia? Rispettare il prossimo e le leggi" -

Fico: “La vera antimafia? Rispettare il prossimo e le leggi”

Intervista al presidente della Camera, oggi a Racalmuto e Agrigento. "Il Recovery occasione per rilanciare il Sud"..

Tappa agrigentina oggi, sabato 18 settembre, per il presidente della Camera. Roberto Fico presenzierà all’inaugurazione della mostra fotografica che apre al pubblico oggi alle 9, dal titolo “Leonardo Sciascia e la Fotografia”. Alle 11 sarà invece Fico sarà ad Agrigento per l’iniziativa organizzata nell’aula magna del Palazzo di Giustizia per il trentesimo anniversario dall’omicidio del giudice Rosario Livatino.

Presidente Fico, in Sicilia per rendere omaggio a due figure come Leonardo Sciascia e Rosario Livatino. Quale il livello di attenzione nelle Istituzioni sulla lotta alla mafia?

“L’impegno nella lotta alla mafia è un punto fermo, ed è un impegno trasversale. Si esprime nell’attività legislativa realizzata dal Parlamento che va di pari passo con il lavoro portato avanti da tutte le istituzioni: governo, magistratura, forze dell’ordine. Le istituzioni sono anche tutti i docenti in prima linea, che formano i ragazzi ai valori della democrazia e della comunità, che educano alla cultura della legalità, del rispetto, della solidarietà. La mafia si combatte facendo squadra e le istituzioni non devono far mancare il loro sostegno a tutte quelle realtà che nella società portano avanti la lotta alla criminalità organizzata con progetti e iniziative virtuose”.

Quali considerazioni fa sull’antimafia e le sue degenerazioni preconizzate da Sciascia?

“Sono convinto che il vero volto dell’antimafia sia il civismo, sia il prendersi cura del proprio territorio rispettando le leggi e rispettando il prossimo. Per me questa è antimafia”.

Ha fatto discutere la circostanza del permesso di poche ore concesso dopo venti anni di reclusione a uno dei mandanti del delitto Livatino.

“Noi dobbiamo rispettare la separazione dei poteri e rispettare le decisioni che i giudici assumono in base alle leggi che proprio il Parlamento approva”.

Non pensa che se una cosa del genere fa scalpore è perché si è andato perdendo il senso della pena così come concepito nel nostro sistema giudiziario?

“La pena deve essere rieducativa, sempre. Anche per questo ho promosso diversi incontri nelle carceri, soprattutto in quelle minorili. Se la pena non è rieducativa il nostro sistema fallisce, lo Stato deve avere la forza di difendere questo principio”.

La mostra di Sciascia è anche l’occasione per parlare di cultura, in un Paese che malgrado il suo retaggio è fermo agli ultimi posti in Europa per la propensione alla lettura. Cosa possono fare le Istituzioni per contrastare questa tendenza che ha portato a un boom di analfabetismo funzionale in Italia?

“Pochi mesi fa il Parlamento ha votato, oltretutto all’unanimità, una legge sulla promozione della lettura. È chiaro però che questo non può essere l’unico fronte su cui si interviene. L’investimento più grosso va fatto sulla formazione, quindi scuole e università. Su questo dovrà intervenire in modo poderoso il Recovery Plan. È importante anche moltiplicare e supportare le iniziative che valorizzano la lettura. Alla Camera per esempio ospitiamo ogni anno il Premio Strega Giovani, un momento significativo di scambio tra scrittori e studenti”.

Da uomo del Sud lei arriva in un territorio a cui la crisi economica da lockdown rischia di assestare un colpo di grazia. C’è l’impegno di utilizzare gli strumenti anti-crisi con una particolare attenzione per un Mezzogiorno che era già allo stremo?

“L’impatto del Covid è stato durissimo, però voglio sottolineare anche la reazione impeccabile della popolazione che ha risposto con disciplina rispettando le norme e permettendo una gestione sanitaria ottimale. L’impatto economico è innegabile, per questo lo Stato ha stanziato risorse ingenti a fondo perduto. Per tre volte il Parlamento ha votato lo scostamento di bilancio per un totale di cento miliardi di euro, una cifra enorme. Adesso c’è sfida del Recovery, che però non può essere considerato come una toppa ma come un’occasione per rilanciare in modo strategico l’economia del Mezzogiorno”.

La crisi da Covid nelle sue prime battute aveva suscitato un sentimento di coesione nazionale, penso alle bandiere e all’inno nazionale cantato in balcone, che già sembra evaporato. È possibile secondo lei ricostruire uno spirito unitario d’emergenza anche tra le forze politiche in Parlamento?

“Auspico un lavoro collegiale e condiviso in Parlamento. C’è un’occasione rara per l’intero Paese. Servono visione e strategia, che possono venire solo a valle di un confronto franco fra prospettive diverse”.

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