PALERMO – Il processo è da rifare. La Cassazione annulla con rinvio la condanna ad un anno e mezzo inflitta ad Alessandro Cermelli. Era accusato di duplice omicidio colposo.
C’era lui, allora neopatentato, alla guida della macchina a bordo della quale trovarono la morte Federica Medico ed Andrea Gattuso, due fidanzatini di San Cataldo, nel Nisseno. Avevano 17 e 19 anni. Viaggiavano sull’autostrada A19 Palermo-Catania. Erano diretti in discoteca per divertirsi e trovarono la morte una notte di maggio di sette anni fa.
La macchina si scontrò con un’altra vettura ferma al centro della carreggiata dopo avere sbandato. Non c’era alcuna segnalazione ad avvertire del pericolo. Il conducente del veicolo che provocò l’impatto è già stato condannato in un altro processo. Ma anche Cermelli si ritrovò sotto accusa per avere guidato oltre i limiti consenti dalla legge.
Una tesi sempre respinta dal legale della difesa, l’avvocato Roberto Mangano, secondo cui “non c’era alcuna prova testimoniale o tecnica che confermasse l’ipotesi dell’alta velocità”. Era impossibile, ha sostenuto la difesa, evitare l’ostacolo di quell’auto al centro della strada. Una tesi che potrebbe avere convinto i supremi giudici – non si conoscono ancora le motivazioni – che hanno annullato con rinvio la sentenza di condanna ad un anno e mezzo di carcere. Dovrà essere celebrato un nuovo processo d’appello.