Fisco, il Mef studia Irpef con tre aliquote - Live Sicilia

Fisco, il Mef studia Irpef con tre aliquote

Le parole del direttore generale del dipartimento Finanze del ministero dell'Economia, Giovanni Spalletta
L'INTERVENTO
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 “La riforma punta a una riduzione equilibrata della pressione fiscale per favorire la ripresa dello sviluppo economico e la capacità di spesa delle persone fisiche. Molto dipenderà da ciò che si riuscirà a realizzare con i decreti attuativi, facendo i conti con le risorse disponibili”. Lo ha detto il direttore generale del dipartimento Finanze del ministero dell’Economia, Giovanni Spalletta, intervenendo al convegno sulla riforma fiscale, organizzato dall’Ordine provinciale dei consulenti del lavoro di Palermo.

Quanto alle aliquote Irpef, Spalletta ha chiarito che “ancora non c’è una decisione certa, stiamo facendo delle simulazioni. Sicuramente le aliquote saranno tre: la più bassa resterà al 23%, la più alta al 43%, si lavorerà su quella intermedia”. In merito al taglio delle detrazioni fiscali ha affermato che “l’obiettivo primario è quello di razionalizzarle magari riducendole e recuperando qualche risorsa”.

“Le decisioni in merito saranno prese dopo l’iter parlamentare della legge delega, perché bisogna attendere eventuali modifiche – ha aggiunto – poi, stiamo facendo anche in questo caso delle simulazioni e proiezioni. Abbiamo delle idee, ma non c’è nulla di definito”.

C’è l’impegno, infine, a migliorare il rapporto contribuente-fisco: “Si vuole spostare l’attenzione dalla fase della cura, cioè della sanzione dell’errore, a quella della prevenzione. Quindi, interventi preventivi di allerta che consentano un adempimento tendenzialmente spontaneo laddove ci si accorga di qualche errore. Poi c’è l’idea importante di riuscire, fermo restando l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale, a distinguere fra la volontà di evadere e i casi in cui il contribuente dichiara tutto e completa gli adempimenti formali in modo regolare e poi non riesce a pagare perché si trova in un momento di difficoltà economica. Negli ultimi tempi assistiamo spesso al fenomeno della cosiddetta ‘evasione di necessità’. Se riuscissimo a trattare le due fattispecie in modo diverso, otterremmo dei grandi risultati”.


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