PALERMO – Sono state le dichiarazioni dei due nuovi pentiti, il killer Sergio Flamia e il geometra Enzo Gennato, a svelare il nuovo sistema di potere nel mandamento di Bagheria. Con loro un contributo determinante lo hanno dato i 44 imprenditori e commercianti che si sono ribellati al racket delle estorsioni. “Contributo decisivo – ha detto Pierangelo Iannotti comandante provinciale dei carabinieri di Palermo”. I verbali di Flamia sono stati raccolti in un libro che sarà in edicola con il nuovo di numero di “S” ma può già essere acquistato online tramite questa pagina.
Tra i fermi dopo le indagini dei carabinieri, coordinati dal procuratore Francesco Messineo, dall’aggiunto Leonardo Agueci, e dai sostituti Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco, ci sono nomi eccellenti come Carlo Guttadauro – fratello di Filippo e Giuseppe – capo decina di Aspra. E ancora Giuseppe Comparetto, uomo d’onore di Villabate, ed Emanuele Modica, di Casteldaccia, considerato affiliato alla mafia canadese, che nel 2004 scampò alla morte in un agguato a Montreal. In manette anche Antonino Messicati Vitale, rientrato in Italia da pochi mesi (dopo una breve latitanza a Bali, dove era stato individuato e arrestato) e scarcerato per un cavillo. Tra i fermati ci sono Giuseppe Di Fiore, Giovanni Pietro Flamia, Salvatore Lo Piparo, Giovanni Di Salvo, Michele Modica ed Emanuele Cecala, questi ultimi ritenuti responsabili anche di alcuni fatti di sangue.
“Nel corso delle attività d’indagine sono state accertate 44 estorsioni: 19 consumate, 25 tentate. Ben 18 ai danni di imprese edili e 16 ad attività commerciali. Per la prima volta in quel contesto ambientale ben 20 vittime hanno confermato la pressione estorsiva alla quale erano sottoposte, alcune anche da decenni”. Lo dice il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo Pierangelo Iannotti che ha condotto l’inchiesta che ha portato al fermo di 31 tra boss e gregari della cosca mafiosa di Bagheria.
(Fonte ANSA)