CATENANUOVA – “C’è un paese con te, sorella mia”. Ha urlato guardando il cielo la sorella maggiore di Loredana Calì, uccisa con due colpi di revolver dal suo ex convivente Filippo Marraro. Un grido che si è sollevato mentre la bara usciva dalla chiesa Madre di San Giuseppe. Nel frattempo palloncini bianchi e rossi si sono alzati in volo. Catenanuova è in lacrime. In tantissimi hanno partecipato ai funerali della 40enne. La chiesa era gremita: molti sono rimasti fuori, nella piazzetta. Padre Nicola ha voluto mettere degli altoparlanti per permettere a tutti di poter dare l’ultimo saluto a Lory, così la chiamavano in paese. “L’omicidio è un gesto disumano e assurdo”, ha detto il sacerdote nella sua omelia. Padre Nicola ha chiamato per nome l’assassino: “Filippo ha voluto separare Loredana dalla famiglia”.
Filippo ha strappato una mamma ai suoi figli. Non ci sono parole che riescono a dare conforto ai familiari. I volti sono spenti. Gli occhi lucidi. I pugni stretti quasi a volere contenere un dolore immane. E tra i singhiozzi è partito il corteo funebre: dalla chiesa Madre fino al cimitero. L’ultimo viaggio di Lory.
Intanto emergono elementi più precisi sull’autopsia eseguita ieri all’obitorio di Piazza Armerina dal medico legale Cataldo Raffino. Il colpo fatale è stato il primo. Quello vicino al cuore. La pallottola ha tranciato un’arteria. Loredana è morta soffocata. Quando Filippo Marraro, reo confesso, ha sparato il secondo colpo, quello che non doveva lasciare alcun dubbio sulla morte della madre dei suoi figli, la donna era già agonizzante. Riversa nel terreno di campagna in contrada Censi a Catenanuova. I primi esiti dell’esame autoptico sono stati anche inseriti in alcuni passaggi dell’ordinanza con cui il Gip Giuseppe Tigano del Tribunale di Enna, ieri pomeriggio, ha convalidato il fermo dell’assassino di Loredana disponendo la misura cautelare in carcere: “Dalla ispezione cadaverica si aveva piena conferma del fatto che la Calì fosse stata attinta da due colpi di arma da fuoco: il primo al lato sinistro delle regione sternocleidomastoidea ed il secondo al torace in regione sotto mammaria sinistra, confermando così la dinamica dell’omicidio narrata dal Marraro”.
Nessun contatto, quindi, tra la vittima e il carnefice. L’unica difesa di Loredana è stata quella di supplicare, implorare, inginocchiarsi. “Invano”, come ha scritto il Gip. Intanto il difensore del 51enne, l’avvocato Maria Fallico, annuncia il ricorso al Tribunale del Riesame.