Fontanarossa, il caso: il disimpegno di Gesap divide la Sicilia

Fontanarossa, il no di Gesap divide la Sicilia: scoppia il caso

Si posticipa il ritorno alla normalità e intanto divampa la polemica tra aeroporti nell'Isola.

CATANIA – Mancanza di solidarietà tra aeroporti o una crisi che sta risultando ben più complessa della diagnosi delle prime ore? L’incendio divampato nella notte tra domenica e lunedì a Fontanarossa spacca in due la Sicilia e riapre il dibattito sulla presenza di più attori nella gestione degli aeroporti dell’Isola. La Gesap, società che gestisce l’aerostazione di Punta Raisi, ha annunciato che da questo venerdì non accoglierà più voli destinati a partire o atterrare nello scalo etneo. E scoppia il caso.

L’alt di Gesap a Fontanarossa

Le motivazioni. “Il rischio è compromettere la qualità dei servizi, anche perché alcuni operatori aeroportuali stanno riscontrando difficoltà per via dell’enorme traffico e per le procedure scorrette di alcune compagnie che hanno inviato voli a Palermo senza preavviso” ha fatto sapere Natale Chieppa di Gesap. 

Schifani ed Enac

Un’uscita che ha fatto saltare dalla sedia il governatore Renato Schifani, che è subito intervenuto: “Voglio richiamare tutti  – ha detto – al senso di responsabilità comune e vigilerò su atteggiamenti e decisioni unilaterali lontani dallo spirito di cooperazione sociale”.  

Il disimpegno di Gesap ha messo in fibrillazione anche l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, che ha voluto rimettere ordine nella scala gerarchica della crisi. “Rivendichiamo il ruolo di autorità nel determinare la capacità degli aeroporti siciliani a supporto dell’operatività di Fontanarossa” hanno fatto sapere in una nota a quattro mani con Sac, la società che gestisce l’aeroporto catanese. 

Marano: “Gestore unico”

Si dice “basita” per l’uscita di Gesap, la deputata regionale del M5s, Jose Marano. “Tutto questo nasce – rilancia – dal fatto che non si vuole perseguire la strada di una gestione comune di tutti gli scali aeroportuali così come noi proponiamo da anni”. Una progettualità che rispolvera uno dei piani che l’ex presidente della Regione, Nello Musumeci, ha sostenuto per anni. Ottenendo però soltanto risultati parziali, come l’ingresso di Soaco, la società che gestisce l’aerostazione di Comiso (Rg), in Sac.

Sull’onda delle polemiche, i rumors danno l’ad di Gesap prossimo alle dimissioni.

Slitta il calendario della riapertura

Si sposta l’obiettivo di far tornare, a breve, Fontanarossa nella piena normalità. Ci vorranno altri cinque giorni per il rientro della crisi. Nella giornata di ieri è arrivata infatti la notizia che sarebbe stato impossibile rispettare la piena fruizione dei voli prevista per oggi. La crisi intanto avanza. Sul versante ristorazione, è stata annunciata la cassa integrazione di 59 lavoratori. 

La disputa a distanza tra Gesap e Sac, secondo Rimborso Italia, ha ulteriormente mandato in fibrillazione i passeggeri, già in balìa dell’incertezza. “I nostri centralini, così come quelli delle compagnie aeree e degli scali siciliani sono in tilt. Stimiamo disservizi per circa 500 mila passeggeri coinvolti anche in successivi voli” fa sapere Felice D’Angelo, Ceo di Italia Rimborso. 

Il fascicolo in Procura

Sul versante del indagini, è intervenuto anche il procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro. Che ha fatto sapere come il  sequestro disposto nel Terminal A sia soltanto “parziale e non impedisce la riapertura dello scalo”. Un’indicazione che potrebbe far ben sperare sulla riapertura. 

Sempre nella giornata di ieri, però, i vigili del fuoco hanno diramato una nota che pare andare nella direzione opposta. “Dal sopralluogo effettuato precedentemente, è emersa la necessità di effettuare ulteriori accertamenti tecnici e strumentali, hanno scritto.


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