CATANIA – Tensioni e riunioni, ma alla fine un piccola speranza da mettere simbolicamente sotto l’albero di natale. Circa quaranta disoccupati catanesi sono stati i protagonisti di un pomeriggio travagliato al Centro per l’Impiego, in via Coviello. La riunione aveva come fine quello di porre fine all’angoscia di otto mesi d’impiego precario nel settore della formazione. I rappresentati degli enti di formazione e quelli dei sindacati CGIL, CISL, UIL, SNALS/CONFSAL, insieme ad Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Lavoro, hanno trovato un accordo per restituire il posto a 1753 lavoratori della formazione.
L’incontro dopo diverse discussioni, anche animate, si è svolto a porte chiuse. Il presidio è stato apolitico, tutt’altro che rivoltoso ma sicuramente determinato: questi Operatori per le Politiche Attive del Lavoro rivendicano semplicemente il proprio posto, dopo mesi di ammortizzatori sociali e dequalificazioni: dal contratto a tempo indeterminato, a quello a tempo determinato col CIAPI di Priolo, fino all’aspettativa forzata.
“Le condizioni per rientrare esistono”, ha spiegato uno dei dipendenti, ”ma CIAPI e amministrazioni regionali non riescono ad accordarsi: perciò 15 milioni di euro, che dovrebbero sostenerci per tre mesi, potrebbero rientrare all’Unione Europea”. “Grazie al programma Garanzia Giovani/Youth Guarantee, 44.000 persone dai 15 ai 29 anni –solo in Sicilia- potrebbero essere inserite in ambito professionale; la paga di 500 euro al mese, oltre a costituire una motivazione, permette al mercato di muoversi” ha spiegato un altro dipendente, citando anche l’economista Keynes. “Per continuare a lavorare abbiamo provveduto noi stessi a cancelleria e supporti informatici, il CIAPI non ci ha fornito nulla”, ha proseguito una dipendente, che peraltro riesce a gestire attivamente un’associazione di volontariato.
In serata è arrivato il messaggio dell’assessore Caruso che comunicava che nel corso dell’incontro coi responsabili della formazione professionale a Ragusa, è stato stabilito che i dipendenti saranno tutti riassunti per tre mesi, a partire dal 9 Gennaio 2015.
I rappresentanti di SNALS/CONFSAL hanno palesato dei dubbi sui criteri. “Il governo Crocetta ter si ostina – hanno affermato – a ricondurre la vertenza dei servizi formativi nelle strettoie del progetto della Youth Guarantee, in questo modo sottraendosi ad ogni confronto più complessivo sulle politiche attive del lavoro. Non dobbiamo accontentarci di un lavoro e basta, ma di un lavoro – concludono – che rispetti la nostra dignità professionale e personale e che sia utile e produttivo per la collettività”.
L’epilogo è arrivato in tarda serata. La Corsello ha comunicato la definitiva decisione dell’assemblea. Dall’1 al 9 di Gennaio 2015 gli operatori saranno coperti da un Fondo di garanzia, mentre la riassunzione a tre mesi avverrà il 9 dello stesso mese. Il provvedimento sarà ufficializzato al più presto.
AGGIORNAMENTO 15.30. LA NOTA DELLO SNALS.
Forti criticità per le quali non è stata avanzata nessuna soluzione da parte del governo regionale siciliano in merito all’ormai annosa vertenza riguardante i lavoratori del settore Formazione e la delegazione dello Snals Confsal si è allontanata dal tavolo convocato dall’assessorato al lavoro regionale presso l’ufficio provinciale di Catania sulla vertenza Youth Guarantee.
“Malgrado il cambio di guardia in via Trinacria il governo Crocetta ter si ostina a ricondurre la vertenza dei servizi formati nelle strettoie del progetto della Youth Guarantee sottraendosi così ad ogni confronto più complessivo sulle politiche attive del lavoro. Neanche un euro dalla regione a sostegno della vertenza!”, lamenta con forza il coordinatore regionale Snals, Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori scuola – Confsal, Giuseppe Milazzo.
“Nonostante si ipotizzino scenari di cooperazione fra i soggetti pubblici e privati accreditati alle politiche attive del lavoro registriamo comportamenti da parte delle parti datoriali non adeguati al perseguimento di tali scenari riconfermando anzi le antiche abitudini di ribaltare anche il più elementare costo gestionale su terzi ed in particolare sulle pubbliche casse regionali”, afferma ancora il coordinatore regionale Snals Confsal. A fronte delle decisioni del governo guidato da Rosario Crocetta poi, per i lavoratori non sono affatto chiari i tempi di vigore contrattuale “troppo vincolati al raggiungimento degli obiettivi del progetto”, aggiunge Milazzo.
Nessun fatto nuovo dunque rispetto ai mesi precedenti, anzi, il coordinatore regionale Snals Confsal non ha dubbi: “registriamo significativi passi indietro”.
Tante le domande rimaste in sospeso dopo l’incontro all’assessorato al lavoro regionale, a partire da quella rivolta a talune organizzazioni sindacali sul perché hanno sottoscritto adesso quello che hanno rifiutato di sottoscrivere otto mesi fa. “Sottoscrivono sdegnosamente oggi per la paura di perdere i finanziamenti della Youth Guarantee oppure aspettavano che il convitato di pietra di questi lunghi mesi cioè gli enti datoriali, finalmente si accomodassero ai tavoli del negoziato?” domanda Milazzo. “Qualunque sia la risposta a questi interrogativi come organizzazione sindacale coltiviamo la certezza che gli accordi sottoscritti rappresentino l’ennesimo pasticcio in “salsa siciliana” che pagheranno i lavoratori”, aggiunge.