PALERMO – Non arriva la sentenza della Corte dei conti sull’affaire formazione. A far propendere il collegio giudicante per il rinvio, chiesto dall’avvocato Girolamo Rubino, è stato il deposito da parte di Claudio Alongi, legale e marito di Patrizia Monterosso, dei cosiddetti “mandati verdi” che testimoniano il recupero in corso delle somme oggetto del contendere da parte dell’amministrazione regionale. “Abbiamo avuto delle difficoltà di natura burocratica con la Regione per avere tutte le carte – afferma Alongi – ma stiamo procedendo alla loro raccolta, per questo chiediamo il rinvio”. Il procuratore Gianluca Albo non si è opposto alla messa agli atti dei mandati, portando così il collegio ad optare per il rinvio nonostante la posizione contraria dello stesso pubblico ministero.
Il collegio giudicante ha quindi disposto il rinvio al 18 dicembre, dando seguito alla richiesta dei legali della difesa. Al processo sono chiamati in causa tutti gli esponenti politici e amministrativi che nel 2007 gravitavano intorno all’assessorato: dal presidente Raffaele Lombardo agli assessori Santi Formica, Carmelo Incardona e Luigi Gentile, passando per l’attuale segretario generale della Regione Patrizia Monterosso. Gli altri oggetti delle attenzioni del pubblico ministero sono l’allora dirigente generale Alessandra Russo ed i dirigenti di servizio Maria Carmela Di Bartolo, Salvatore Di Francesca, Loredana Esposito e Antonino Emanuele. La procura della Corte dei conti chiede loro rimborsi cospicui per i fondi in “extra budget” concessi ad alcuni enti. Si va dagli 830mila euro contestati a Carmelo Incardona ai 270mila euro a Patrizia Monterosso, passando per il 386mila euro chiesti a Santi Formica e Alessandra Russo.
Il tema centrale è dunque quello del recupero delle somme, che l’assessorato alla Formazione ha avviato nelle ultime settimane. Nelle intenzioni dell’amministrazione la compensazione delle cifre date in extra budget nel 2007 con quelle dovute in tempi più recenti. Una procedura contestata dagli enti in virtù del principio secondo cui i fondi comunitari non possono essere oggetto di compensazione. Un braccio di ferro appena iniziato che però influirà sul procedimento in atto che vede sul banco degli imputati il gotha politico dell’era Lombardo, oltre alla stessa Patrizia Monterosso, ancora oggi esponente di primissimo piano dell’Amministrazione regionale e vicina all’attuale dirigente generale dell’assessorato alla Formazione Annarosa Corsello.
Unico politico imputato presente in Aula l’ex assessore Carmelo Incardona, assistito dagli avvocati Vincenzo Bullara e Pietro Luigi Matta. “Mi pare doverosa la mia presenza – afferma Incardona – e sono convinto di dimostrare la mia innocenza. Quanto messo in discussione dall’accusa è un atto che ha dei precedenti in decreti similari che aveva addirittura passato il vaglio della stessa Corte dei conti”.
L’ex deputato regionale di Grande Sud intanto plaude al governo Crocetta: “Non l’ho votato, ma do un giudizio positivo al suo operato. Sta dimostrando un grande sforzo di riforma nonostante il contesto avverso. E lo dico sebbene io non abbia votato Crocetta ma Musumeci”.