Dove va Forza Italia? La partecipazione di Gianfranco Micciché alla Leopolda del Sud di Davide Faraone è l’ultimo capitolo. Di una serie di uscite pubbliche con cui il leader dei forzisti siciliani e presidente dell’Ars ha preso atto pubblicamente, anche con toni aspri, dell’allontanamento della Lega di Matteo Salvini. Dalle celebri parole pronunciate in occasione del caso della nave Diciotti, Micciché non ha perso occasione per rimarcare le distanze dal populismo di matrice lepenista della Lega. E alla Leopolda, il leader azzurro è stato come sempre tranchant: “Dicono che corteggiamo Salvini perché abbiamo la fantasia dei numeri, delle alleanze: minchiate, non esistono più le alleanze”. In quella circostanza Micciché ha recitato un mea culpa per l’eccessiva accondiscendenza all’Europa negli anni di Berlusconi e Renzi, laddove la ribellione dei gialloverdi a Bruxelles paga in termini di consenso.
Ma oltre al Micciché-pensiero, qual è lo stato d’animo in Forza Italia verso la Lega e il centrodestra che fu? Il mood del partito è in realtà abbastanza variegato. Di certo c’è solo che un’occasione per confrontarsi fin qui non c’è stata. E sarebbe opportuna, secondo l’ex presidente del Senato Renato Schifani. Che già nelle settimane e nei mesi scorsi ha espresso posizioni non troppo dissimili da quelle di Micciché, come quando invitò Forza Italia a “battere un colpo” sul caso della Diciotti. O quando in una manifestazione pubblica invitò a parlare “più di Forza Italia e meno di Lega in una manifestazione pubblica. Concetti ribaditi alla kermesse di Fiuggi di Tajani, sfidando la Lega sul tema degli interventi a favore del Sud: “È evidente che Forza Italia si trova a un bivio e da tempo – dice a LiveSicilia Schifani -. E non a caso le mie dichiarazioni lasciano trasparire chiaramente il mio punto di vista. Ma a questo punto penso che sarebbe utile portare il dibattito all’interno del nostro partito a livello regionale. Anche perché al Sud Forza Italia e i suoi elettori resistono all’opa leghista per cui occorrerà discutere su una linea politica condivisa”.
Insomma, Schifani si spinge oltre ipotizzando una Forza Italia del Sud che si compatta dentro il partito di Berlusconi. Ma prima, argomenta il senatore palermitano, bisognerebbe aprire un dibattito interno, che al momento è mancato. Francesco Scoma, pur con molta democristiana cautela, esprime concetti non dissimili: “Non penso che in Sicilia la Lega abbia preso campo. Non vedo persone che hanno rappresentato qualcosa nella storia della politica siciliana che si accostano alla Lega. Ma Miccichè non ha detto uniamoci al Pd, anche perché io penso che la somma algebrica sarebbe negativa. Credo però che il centrodestra non ci sia più. Penso che si possa vedere gli sviluppi politici su un percorso. Ci sono tante variabili da capire, anche in vista delle Europee. L’elettorato italiano è molto volubile. Intanto vanno uniti i moderati”.
Su un centrodestra “che non c’è più” non è d’accordo Gabriella Giammanco. “Il mood di Forza Italia non è questo – dice a Livesicilia la senatrice palermitana – . Sul tema sicurezza siamo a favore dei provvedimenti che Salvini sta portando avanti. Nel decreto sicurezza ha introdotto misure che Forza Italia chiedeva da tempo, come quella di ridurre i permessi per la protezione umanitaria, che è una specificità tutta italiana. Sulla gestione dell’immigrazione incontrollata Salvini è in linea con quello che noi abbiamo chiesto ai governi della precedente legislatura. Al Senato stiamo facendo una opposizione costruttiva: non siamo per partito preso contro tutti i provvedimenti del governo ma siamo propositivi. E consideriamo la Lega ancora nel perimetro del centrodestra. Poi, se saranno loro a scegliere altro ne prenderemo atto”. Servirebbe un momento di confronto nel partito? “Mi auguro che ci sia però non sono io a dettarne i tempi”.
I tempi, quelli, spetterebbero alla guida regionale del partito. Micciché, per l’appunto. Che è anche presidente dell’Ars e si divide tra i due compiti. Un dibattito al momento non c’è stato. Ma le sensibilità, soprattutto sui rapporti con la Lega, appaiono abbastanza diversificate. Marco Falcone la mette così: “La partecipazione di Miccichè alla kermesse del Pd è stata solo una partecipazione esterna. Lui ha portato un contributo a dibattito interno al Pd a cui noi guadiamo con un certo rispetto. Ha detto al Pd che è un partito che deve rinnovarsi”.
E il rapporto con la Lega? “Non potrebbe esserci un avvicinamento di Forza Italia al Partito democratico, ci troviamo su due fronti completamente diversi. L’unica cosa su cui può esserci la convergenza è l’essere contrari ai populismi, ma è un principio, non un’alleanza”, osserva l’assessore regionale alle Infrastrutture, esponente di quell’area di partito di provenienza An che sull’unità del centrodestra ha idee molto chiare. Salvini? “In Sicilia non esiste o laddove esiste è nostro alleato – dice Falcone -. Che poi Gianfranco Micciché abbia voluto riprendere Matteo Salvini contestando che chi è al governo non possa avere atteggiamenti eccessivamente populisti, questo ci può stare. Ma non può sconfessare l’alleanza che Berlusconi sta facendo su Basilicata, Abruzzo, Sardegna e Piemonte”. Insomma il centrodestra c’è? “Ma sì, siamo alleati, c’è poco da dire. La Lega ha fatto questa alleanza con il Movimento 5 Stelle ma sa che non è il suo naturale partner, quello siamo noi. Al di là di qualche schermaglia. Secondo me ala fine dell’inverno finirà il governo giallo-verde e torneremo a quello che vuole la gente”.