PALERMO – E così alla fine ad Agrigento Forza Italia sosterrà il candidato sindaco eletto dalle primarie del centrosinistra. È l’ultimo paradosso dalla terra del Kaos. Un caos che agita da mesi il partito di Silvio Berlusconi in Sicilia. Alla fine gli azzurri hanno puntato le loro fiches sul patron dell’Akragas Silvio Alessi, dopo che il Pd ha virato sul candidato dell’Udc Lillo Firetto, sganciandosi dalla coalizione dello scandalo. E se in casa del Pd si è parlato, certo non a sproposito, di pasticcio, speculare può essere la definizione per quanto accade dalle parti di Forza Italia. Dove l’altra novità del giorno arriva sempre da Agrigento. Dove il coordinatore regionale Enzo Gibiino ha nominato il parlamentare nazionale e vice coordinatore regionale di Forza Italia, Riccardo Gallo e Salvatore Iacolino, commissari provinciali per le elezioni amministrative in provincia di Agrigento. Proprio quel Gallo Afflitto regista da destra dell’operazione Agrigento 2020 e del patto elettorale col Pd, nonché protagonista di uno scontro molto duro con lo stesso Gibiino, che il parlamentare agrigentino aveva accusato di aver lasciato “senza vertice” il partito nella città dei Templi.
Il tiro al Gibiino è ormai specialità diffusa all’interno dei berluscones siculi. E se quasi non si contano più i sistematici attacchi dell’ala “fittiana” del partito, guidata nell’Isola da Saverio Romano, attacchi che si inquadrano nell’alveo dello scontro interno nazionale che potrebbe portare anche a una scissione, va detto che le critiche e le insofferenze verso la gestione del senatore catanese arrivano anche da berlusconiani non vicini alla corrente di Raffaele Fitto.
Il malcontento un paio di settimane fa aveva trovato sfogo in una lettera, rimasta finora riservata, in cui si mettevano nero su bianco le critiche alla gestione del partito. Una missiva dai toni decisi sottoscritta da alcuni big del partito, anche con posizioni di vertice nell’organizzazione regionale, non solo fittiani, che rimettevano nelle mani di Silvio Berlusconi gli incarichi di partito. “Nonostante tutta la buona volontà del caso – si leggeva tra l’altro nel documento -, la mancanza di una linea politica chiara, certa, il mancato rapporto con gli alleati, la pessima riorganizzazione del partito che ovviamente ha dato risultati poco apprezzabili relativamente al tesseramento e alle alleanze locali e regionali, il venir meno del rapporto personale e la delegittimazione praticamente giornaliera attraverso tutti gli organi di stampa, ci inducono a credere che si debba intraprendere un percorso nuovo”. Lo strappo però nel frattempo sarebbe rientrato, assicura un dirigente, o per lo meno congelato (tanto che di dimissioni per ora pubblicamente non si parla), e la nomina di Gallo Afflitto sembrerebbe un segnale di distensione. L’inevitabile resa dei conti però sembra solo rinviata e non sarà facile evitare l’esplosione della pentola a pressione azzurra. In Sicilia come altrove.