PALERMO – La spaccatura dentro Forza Italia siciliana è ancora lontana dall’essere suturata. Ma il tempo è tiranno e con le amministrative di primavera alle porte che vedranno andare al voto comuni capoluogo come Catania, Trapani e Siracusa si prova a correre ai ripari.
A Palazzo dei Normanni si rincorrono voci sulla possibilità che il gruppo azzurro che fa capo a Renato Schifani per evitare di rimanere imbrigliato nella morsa del coordinatore Miccichè (detentore del simbolo del partito) possa confezionare liste separate.
La “pazza idea” è confermata a Live Sicilia dal capogruppo Stefano Pellegrino. “Se non si dovesse trovare un accordo non potremmo rimanere inoperosi: è normale, sarebbe per il bene di Forza Italia non possiamo disperdere una forza politica come la nostra”, dice Pellegrino rispondendo alla domanda sull’ipotesi di creare liste ad hoc che si richiamano al gruppo “Forza Italia all’Ars”. Del resto, fanno notare in tanti gli azzurri non dovrebbero nemmeno raccogliere le firme per presentare le liste.
Che si tratti solo di una boutade per alzare il prezzo? Chissà, nel frattempo le bocche dei forzisti di rito miccicheiano restano cucite. Ma appare evidente che la posta in gioco alle urne non è di poco conto. Trapani e Catania (e comuni della provincia annessi) sono due palcoscenici di rilievo anche in termini di conteste interne ai big forzisti: Pellegrino-Scilla sul versante occidentale, Falcone-D‘Agostino su quello orientale.
Resta sospesa l’ipotesi commissariamento anche se c’è chi spera che nei prossimi giorni la presenza di Giorgio Mulè nell’isola possa servire per accelerare quantomeno un chiarimento tra le due fazioni. All’interno di questo quadro fluido si incastona infine l’incognita della deroga che potrebbe tenere in vita il gruppo di Miccichè a sala d’Ercole: una decisione che l’ufficio di presidenza prenderà nei prossimi giorni.