Frode, ai domiciliari | funzionario della Motorizzazione - Live Sicilia

Frode, ai domiciliari | funzionario della Motorizzazione

Ai domiciliari il funzionario della motorizzazione Luigi Costa (nella foto) dell' "ufficio esteri". Indagini della polizia stradale hanno scoperto che l'uomo immatricolava i mezzi e poi cancellava i dati dall'archivio, in modo da creare "auto fantasma". E, su ognuna di queste, lasciava una "firma"...

Le carte di circolazione sequestrate

PALERMO – Un’Audi Q7, una A4, una Volkswagen Tuareg, una Mercedes 320 e una 220. Tutte auto di grossa cilindrata su cui Luigi Costa, 48 anni, non pagava un euro di imposte, né bollo auto, né tasse di immatricolazione. Perché era lui stesso a immatricolare i mezzi, stampava la carta di circolazione e, immediatamente dopo, cancellava dagli archivi della motorizzazione di Palermo tutti i dati. Auto “fantasma” che potevano circolare per le strade con una sorta di “lasciapassare” per bruciare semafori rossi e farsi beffe degli autovelox. La targa immortalata, infatti, non corrispondeva ad alcun veicolo. Così Luigi Costa è stato posto agli arresti domiciliari, disposti dal gip di Palermo Guglielmo Nicastro, su richiesta del procuratore aggiunto della Repubblica di Palemro, Leonardo Agueci, e il suo sostituto Alessandro Picchi.

Luigi Costa aveva deciso di allargare questo particolare tipo di benefici anche al cognato, L.P., da cui ha inizio l’indagine della polizia stradale di Palermo. L’uomo, fermato a un posto di controllo, è risultato in regola con i documenti e l’assicurazione. Ma per via un dettaglio è stato disposto un approfondimento e gli investigatori hanno così scoperto il primo anello della catena. Anche quell’auto non risultava in alcuna banca dati. E’ così partito un controllo incrociato con i dati dell’assicurazione e gli investigatori sono poi risaliti al cognato che prestava servizio come funzionario alla motorizzazione civile di Palermo, nell’ufficio esteri di via Fonderia Orotea. Si tratta del compartimento che si occupa di reimmatricolare i mezzi acquistati fuori dal territorio nazionale. Costa aveva, quindi, accesso illimitato, tramite il suo badge, a compiere questo tipo di operazioni.

Anello dopo anello, gli investigatori della stradale sono riusciti a ricostruire la catena che conta, allo stato attuale – le indagini sono ancora in corso – almeno sei casi. Il modus operandi, infatti, è sempre lo stesso. E Costa, come nelle nei migliori gialli, avrebbe lasciato la sua firma in tutte queste operazioni. Grazie al suo ruolo, era anche in grado di scegliere il tipo di targa da applicare alle auto. E lui sceglieva sempre numerazioni che contenesse i numeri 8 e 64: la sua data di nascita.


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