CATANIA – Si è svolta ieri a Roma, presso la sede dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, una riunione tecnica sulle linee guida da adottare per definire una procedura finalizzata a ottimizzare ulteriormente le comunicazioni agli utenti nei casi di limitazioni dei voli e chiusure degli scali della Sicilia orientale durante le emergenze legate alla presenza di cenere vulcanica proveniente dall’Etna.
L’esigenza è quella di individuare criteri specifici in materia, cosa che farà l’Enac con la partecipazione dei vari soggetti interessati (società di gestione degli scali, ma anche compagnie aeree). “Sono davvero molto grato al direttore centrale del Coordinamento Aeroporti dell’Enac, l’ing. Daniele Carrabba, per aver voluto accogliere, anche in tempi sicuramente brevi, le esortazioni della Sac in merito all’esigenza di procedure ad hoc in caso di emissione di cenere lavica nell’atmosfera da parte del vulcano Etna. Sicuramente si tratta di un primo passo per poter utilizzare lo scalo di Comiso quale alternato di quello di Catania in caso di necessità, ovviamente nel rispetto dei limiti operativi dell’aerostruttura casmenea”. Lo ha dichiarato Gaetano Mancini, amministratore delegato della Sac, la società di gestione dell’aeroporto di Catania che insieme a un socio privato controlla, tramite la Intersac, il 65% della Soaco, la società che invece gestisce lo scalo di Comiso.
“La Sac sta perseguendo con tenacia tale obiettivo“, ha proseguito Mancini, “soprattutto nell’ottica di garantire ai viaggiatori diretti a Catania il minor disagio possibile in caso di emergenze a Fontanarossa. Superfluo dire come l’eventuale utilizzo di Comiso quale alternato di Catania, per quanti limitato a 4 movimenti l’ora, non potrà non contribuire alla crescita del “Magliocco”, un gioiellino il cui sviluppo sta molto a cuore al management Sac”.