"Strani" furti all'Ingrassia | Si ingrossa il dossier sull'ospedale - Live Sicilia

“Strani” furti all’Ingrassia | Si ingrossa il dossier sull’ospedale

L'ospedale Ingrassia di Palermo

Prima sono state spostate le grate in ghisa dei tombini, poi qualcuno ha rubato due ellettrocardiografi. Da un anno non c'è pace nell'ospedale palermitano di corso Calatafimi.

PALERMO - IL CASO
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PALERMO – La lista si allunga, resta da capire se gli ultimi strani episodi avvenuti all’Ingrassia siano da annoverare fra quelli inquietanti registrati in questi mesi all’interno dell’ospedale palermitano.

Il 30 settembre scorso sono stati rubati due elettrocardiografi dall’ambulatorio di Cardiologia. È la parola “rubati” che non convince i vertici ospedalieri. Si tratta di due apparecchiature, dal valore di circa mille e 500 euro ciascuna, che non possono essere piazzati sul mercato parallelo. Non hanno alcun valore fuori dal contesto ospedaliero. Nessun segno di effrazione alla porta di ingresso. Eppure servirebbe la chiave per aprirla.

Il penultimo episodio risale invece a metà agosto. Qualcuno ha asportato le grate che ricoprono i tombini per la raccolta delle acque piovane. Tombini che si trovano lungo i viali del parco della struttura sanitaria di coso Calatafimi. Fin qui nulla di strano, visto che sono costruiti in ghisa, un materiale che va a ruba. Non a caso i furti si ripetono a macchia di leopardo in città. Solo che all’Ingrassia i sei tombini che mancavano all’appello non sono stati portati via, ma nascosti dentro la recinzione che proteggeva un gruppo elettrogeno in disuso. Possibile che i ladri li avessero messi da parte in attesa di completare il lavoro. Ipotesi plausibile, ma non per i due tombini rinvenuti accanto all’aiuola dell’ingresso dell’ospedale. A meno che non si ipotizzi che il ladro avesse deciso di trasportarli a mano per alcune decine di metri.

Gli episodi sono stati denunciati ai carabinieri. Il punto è che si ripetono da mesi. Il 28 maggio scorso, a poche ore dall’inaugurazione del nuovo Pronto soccorso, qualcuno danneggiò uno dei distributori di cibo e bevande al pianterreno. All’indomani una voce maschile compose il numero della ditta appaltatrice del servizio per avvertire, su incarico dei vertici ospedalieri (così diceva chi alzò la cornetta) del guasto al distributore. Non è stato difficile verificare che nessuno in ospedale aveva dato mandato di fare quella telefonata.

In precedenza era stato tranciato un tubo dell’acqua, causando l’allagamento del reparto di Gastroenterologia; prima ancora un ascensore era stato manomesso un altro precipitò senza controllo finendo la corsa fuori piano. Ed ancora: quadri elettrici danneggiati, il furto di tre televisori, la sparizione delle tavole con le scene della Via Crucis nella cappella e infine l’allagamento al Pronto soccorso per colpa dei water otturati con materiale sanitario.

Tutti episodi raccolti in un dossier per accertare se ci sia connessione fra gli episodi e le scelte del manager dell’Asp, Antonio Candela, di bandire una gara per piazzare i distributori dopo averne scoperti alcuni non autorizzati e agganciati abusivamente alla corrente elettrica e di vietare gli interventi di manutenzione con il sistema dell’urgenza.


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