CATANIA – Finito il G20 a Catania per i commercianti del centro storico è arrivato il momento di fare un bilancio di questi ultimi giorni. Dopo un confronto serrato, fatto di messaggi e dialoghi tra i diretti interessati, la domanda che tutti noi ci possiamo è una sola: Perché veniamo trattati in questo modo? Dal Barbiere al ristoratore, dal fornitore all’operaio, parliamo di un indotto enorme che deve subire passivamente le decisioni dall’alto perché chi di dovere non vuole coinvolgerci o perlomeno avvisarci di queste scelte.
“In questi ultimi cinque giorni non sapevamo nemmeno quando erano in vigore i divieti e quando, al contrario, si poteva circolare liberamente- afferma il portavoce e leader del movimento Ristoratori Siciliani Indipendenti Roberto Tudisco- siamo stati blindati per giorni con un agente ad ogni metro di distanza. In queste condizioni c’è da chiedersi perché bloccare la viabilità per giorni in via Manzoni, via Garibaldi e nelle strade limitrofe tagliandoci così fuori dal resto del mondo e vivendo in uno stato di completo isolamento? A questo punto era meglio restare con la saracinesca abbassata per non andare incontro ad ulteriori spese dovute alla gestione quotidiana della nostra attività. Noi da questo G20 non abbiamo avuto nessun beneficio. Gli unici ad aver tratto vantaggio è la politica ma noi con la politica non mandiamo avanti le nostre attività”.
Dopo sette mesi di totale inattività, dovuta al covid, gli imprenditori ed i commercianti del Centro Storico di Catania pagano un ulteriore scotto.
“Come dobbiamo andare avanti se vogliono soffocarci, snobbandoci e senza nemmeno ascoltare il nostro parere- prosegue Tudisco-. Perché il Sindaco di Catania, nostro portavoce, non ci convoca ad un tavolo di concertazione? Siamo forse figli di un Dio Minore? Siamo stanchi di queste chiusure traumatiche. Comprendiamo l’ordine e la sicurezza ma parliamo di una città che oggi è senza parcheggi e non è pronta ad eventi simili. Va bene togliere i parcheggi, per questioni di sicurezza, nel fine settimana ma lo scorso lunedì e lo scorso martedì proibire perfino il transito delle auto in via Manzoni, in via Sangiuliano, in via Mancini, via Garibaldi e in via Vittorio Emanuele ci è sembrata una forzatura inutile”.
Negli ultimi anni dal Centro Storico di Catania sono spariti tantissimi stalli per le auto. Eppure gli spazi per creare nuovi posteggi non mancano. A completare il progetto ci sarebbe la proposta di impiegare navette elettriche che farebbero la spola tra il centro e le aree individuate dove poter lasciare la propria auto. I commercianti del Centro Storico vogliono essere costruttivi e sedersi intorno ad un tavolo, Con il sindaco con tutte le istituzioni competenti, durante la prossima conferenza del comitato per l’ordine e la sicurezza, qualora si tornasse a parlare di chiusura del centro cittadino. Imprenditori disposti anche a restarcene a casa ma a patto di avere adeguate informazioni in tempo utile e di ricevere i compensi dalla Regione e dal Comune per i mancati introiti delle proprie attività. Scelte queste, condivise pure dal commerciante Luigi Posa (che durante il G20 non ha potuto nemmeno ricevere i fornitori nella sua attività), dall’imprenditrice Sandra Di Bella o del collega William Cioffi che lo scorso fine settimana si è ritrovato i frigoriferi guasti e gli operai che non potevano intervenire per riparare il danno visto che sono stati bloccati ai confini della zona rossa.
In alcune attività si sono registrati cali del 95% poiché la gente non poteva raggiungere il ristorante.
Il ristoratore Massimo Fichera ribadisce come “sia incredibile obbedire a ordini imposti da chi non ci considera. Hanno blindato una città senza chiedersi cosa necessiti la popolazione. Siamo stanchi di subire”.
Luisa Romeo Distributore “Beverage canale Ho.Re.Ca.” ha raccontato che da anni lavora nell’azienda di famiglia, in pieno centro storico. Ebbene lei non ha mai assistito, in oltre 50 anni di attività, ad una situazione simile; neanche quando venne il Papa Wojtyla.
Giuseppe Rizzo responsabile “Agua Loca Tropical Sush” si chiede,invece, come sia possibile organizzare eventi del genere senza tener conto dei disagi che si arrecano agli esercenti ed ai residenti della zona. Loro, pur non avendo il locale nel centro storico, non sono riusciti a lavorare con il delivery poiché era tutto serrato.