Gli appalti del G7 senza bandi | Tutti i rischi legati all'urgenza - Live Sicilia

Gli appalti del G7 senza bandi | Tutti i rischi legati all’urgenza

I ritardi per la realizzazione dell'evento a Taormina allargano le maglie per gli affidamenti. Cantone: “Sono preoccupato”

I timori del presidente dell'Anac
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PALERMO – “Sono preoccupato. E spero che la mia preoccupazione possa essere sterilizzata”. Le parole sono del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. E le sue preoccupazioni risiedono tutte in Sicilia. A Taormina, per la precisione. Dove verrà organizzato, a maggio, l’evento del G7. Ma nella cittadina siciliana è ancora tutto fermo. Come descritto anche da un recente reportage del quotidano La Repubblica. A novanta giorni, ormai, dalla data in cui atterreranno i leader dei più grandi paesi mondiali, tra strade, elipiste e centri congressi e c’è ancora tanto da fare.

E a questo punto, i tempi sono fondamentali. Ed è proprio legata a questi, la preoccupazione di Cantone. Il governo nazionale ha stanziato per il G7 circa 15 milioni di euro. “Rispetto a La Maddalena e L’Aquila – ha spiegato Cantone – bisogna fare solo piccoli interventi, ma comunque sarebbe stato meglio muoversi prima”. Perché adesso il rischio è evidente, e in qualche modo previsto. Quello, cioè, che l’urgenza e l’emergenza che accompagneranno i preparativi, si possa tradurre in un allentamento dei controlli sugli appalti, in un abbassamento dell’asticella delle verifiche. E il timore, già segnalato da qualcuno, di possibili infiltrazioni mafiose.

Un allentamento dei controlli previsto proprio nel decreto legge del 29 dicembre scorso, contenente “interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno”. E davvero critica appare la situazione a Taormina. La preparazione dell’evento e il relativo finanziamento è previsto all’articolo 7 del decreto legge. Sul quale lo stesso Cantone, già un mese fa in occasione di una seduta della Commissione bilancio della Camera aveva già sollevato dubbi e preoccupazioni. Quell’articolo, infatti, prevede che gli interventi, funzionali alla presidenza italiana del G7, potranno essere affidati mediante ricorso alla procedura negoziata. Ossia senza nemmeno pubblicare un bando di gara. La norma, ha ricordato anche Cantone nel corso di quella audizione in Commissione bilancio, “stabilisce, in via generale e per tutti gli affidamenti di lavori, servizi e forniture, aggiudicati dal Capo della struttura di missione e dal Commissario straordinario del governo per la realizzazione degli interventi infrastrutturali e di sicurezza, l’esistenza del presupposto necessario per ricorrere alle procedure negoziate”.

Quali sono allora, stando al nuovo codice degli appalti, i presupposti necessari per l’aggiramento del normale iter con la pubblicazione del bando di gara e il ricorso quindi alla procedure negoziate? Sono tutti previsti all’articolo 63 del Codice. Tra questi, ad esempio, i casi in cui non sia stata presentata nessuna offerta o nessuna offerta appropriata, quando i servizi possono essere forniti per varie ragioni da un unico operatore, e altri casi dettagliatamente descritti dalla norma. Tra cui anche quello che probabilmente sta preoccupando Cantone. Si può operare con procedure negoziate “ per ragioni di estrema urgenza – si legge nel Codice – derivante da eventi imprevedibili dall’amministrazione aggiudicatrice, i termini per le procedure aperte o per le procedure ristrette o per le procedure competitive con negoziazione non possono essere rispettati. Le circostanze invocate a giustificazione del ricorso alla procedura di cui al presente articolo non devono essere in alcun caso imputabili alle amministrazioni aggiudicatrici”.

Difficile dire che l’evento del G7 e i lavori legati all’incontro dei grandi della Terra siano degli eventi inaspettati. Lo è, forse, la sua collocazione a Taormina. L’ex premier Renzi, come ha raccontato lui stesso anche in occasione di una delle visite in Sicilia durante il periodo della campagna referendaria, aveva inizialmente scelto Firenze come sede dell’evento. Salvo poi “reagire” alle parole di un capo di stato straniero che aveva legato la Sicilia alla mafia. “E allora ho detto: il G7 lo faremo proprio in Sicilia”.

Ma adesso la preoccupazione è proprio legata a possibili infiltrazioni di Cosa nostra, negli appalti per le opere. Un pericolo messo in luce anche dal sindaco di Taormina Eligio Giardina. E, pur non usando la parola mafia, da Cantone. “Si deve osservare che – ha detto il presidente di Anac in Commissione bilancio – pur comprendendo la finalità della norma che è in parte dettata dall’urgenza di procedere con la realizzazione delle opere e, quindi, snellire le procedure di gara, rispetto alle intenzioni del legislatore si introduce”, spiega il presidente di Anac, “una deroga ampia e generalizzata alle norme del Codice dei contratti pubblici”. Una deroga che desta appunta dubbi e preoccupazioni: “Sarebbe opportuno valutare la possibilità che nella norma siano previste particolari cautele, sia sul piano della motivazione sia sul piano della individuazione dei presupposti legittimanti, che rendano comunque eccezionale il ricorso a tale procedura negoziata”, diceva Cantone il 18 gennaio scorso alla Camera. Un timore non fugato, evidentemente, se anche oggi il presidente di Anac insiste: “Sono preoccupato”.


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