Gabriel è stato trovato morto in un’aiuola bagnata dalla pioggia caduta su Palermo, dalle parti dello storico ingresso della Fiera del Mediterraneo. Raccontano che era davvero invisibile, perché giaceva riverso, da giorni, e non visto. La metafora dell’essere umano che non viene colto dallo sguardo di altri esseri umani si è trasformata in una tragedia materiale. Invisibile, non visto, impossibile da vedere. E’ morto verosimilmente da solo, Gabriel. E si può soltanto sperare che non se ne sia accorto troppo.
Gabriel Capraru, quarantotto anni, essere umano originario della Romania, aveva il naso piegato, un sorriso incerto che diventava aperto, quando decideva di fidarsi. Aveva un amico, clochard come lui, con cui aveva fatto coppia fissa e forse una famiglia a casa, stando ai resoconti di chi lo aveva incontrato: ma sul punto non ci sono conferme.
Aveva problemi di alcolismo e nei dormitori non ci voleva andare, nonostante gli inviti delle unità di strada del Comune. Non è mai semplice. Chi vive sotto le stelle, chi ha maturato la scorza della sopravvivenza, chi è fuggito via da qualcosa, senza approdare a qualcosa, pratica i suoi vicoli bui, i suoi nascondigli e le sue paure. E se hai un cane, come Gabriel aveva avuto, non vuoi abbandonarlo e resti con lui, sotto la stessa pioggia che ti ha abbracciato nelle ore dell’addio.
Qualcuno avrebbe avvertito l’odore di decomposizione ed è stato allora che si sono accorti di Gabriel. Sono arrivati i medici, i ragazzi dell’hub vaccinale, per chinarsi su quel corpo, insieme al personale del 118. Ma non c’era più niente da tentare. Quell’uomo morto senza nemmeno potere chiedere aiuto è stato circondato da una moltitudine, quando già non era più.
Consuelo Lupo è una magnifica attrice ed è volontaria della Comunità di Sant’Egidio. La passione che mette nella sua arte è seconda all’amore per i più fragili. “Gabriel l’avevo conosciuto anni fa, quando faceva il posteggiatore e girava dalle parti del Nautico – racconta Consuelo -. Credo che avesse una famiglia in Romania. Era in coppia, all’inizio, con un amico che lo accompagnava ed era, purtroppo, un alcolista. Era già stato, anni fa, in un dormitorio, ma gli veniva difficile adattarsi alle regole. Ricordo il suo sorriso che manifestava solo quando si sentiva sicuro e i suoi bellissimi occhi”.
“Si era spostato nella zona della Fiera – continua il racconto -. Viveva i drammi di chi sta per strada. Gli avevano rubato le scarpe, era stato coinvolto in qualche rissa e il naso portava i segni degli scontri. La rete sociale funziona a Palermo, in più ci sono tante associazioni che battono la città quasi ovunque. Però, nonostante questo, Gabriel è andato via senza nessuno accanto, in un’aiuola che, mi hanno riferito, lo rendeva davvero invisibile. E questo mi provoca grande sofferenza”.
Secondo le notizie raccolte dall’assessorato alle Attività sociali, guidato da Cinzia Mantegna, Gabriel Capraru, due anni fa, per un periodo era stato ospite della “Casa di Aldo”, una struttura comunale. Era stato aiutato dagli assistenti sociali a tornare in Romania e poi era ritornato a Palermo. La dipendenza dall’alcol era la sua malattia cronica. Aveva rifiutato un riparo in dormitorio, aveva un cane. Ci sarebbe stata anche una casa mai abitata. Adesso, vicino al giaciglio in cui Gabriel si coricava, alla Fiera, ci sono due lumini e un piccolo mazzo di fiori rossi. Lui ha chiuso gli occhi a pochi passi, forse accarezzato dalla pioggia.