Con la relazione del segretario regionale, Francantonio Genovese, si è aperta, oggi pomeriggio la direzione regionale del Partito Democratico. All’ordine del giorno la situazione politica, gli effetti della crisi finanziaria in Sicilia, la campagna per il tesseramento 2009, l’esame della bozza di statuto, l’approvazione del regolamento per il Congresso.
“Abbiamo l’esigenza – ha detto Genovese – di discutere senza reticenze, di confrontarci senza pregiudizi, di trarre conclusioni senza riserve, ma anche di procedere senza furbizie. In altreparole, occorre chiarezza e senso di responsabilità da parte di tutti noi per evitare che si superi la sottile linea di confine tra la collaborazione in nome del riformismo e l’inciucio sottobanco. Sul rapporto col governo Lombardo, su possibili alleanze, convergenze, percorsi comuni su tematiche specifiche – ha sottolineato il segretario del Pd -, è necessario, quindi, dire parole chiare senza sottintesi, ammiccamenti, messaggi trasversali. Il ruolo di un’opposizione di governo non consiste nel rifiutare in linea di principio ogni sua proposta. Piuttosto, ove possibile, di correggerla, migliorandola, semplificarla, porla al riparo da impugnazioni e ricorsi. Ovvero approvarla se il contenuto, la forma, gli obiettivi vengono condivisi”.
“L’esercizio di questo ruolo – ha precisato Genovese – non significa né alleanza né convergenza. Significa esprimere al meglio un’azione di dialogo che non intacca singole identità, valori e programmi, nell’interesse dei cittadini. Esistono oggi in Sicilia tematiche come la sanità, l’utilizzo dei fondi europei, la riforma della burocrazia, il sostegno ai ceti disagiati, il rapporto con le Università, il dramma del precariato, le iniziative sul credito sulle quali è difficile intravedere disegni alternativi, impostazioni tra loro opposte”. Per questo – ha aggiunto – “lavorare insieme su queste tematiche non rappresenta cedimento, contaminazione, coinvolgimento consociativo se tutto questo avviene alla luce del sole, viene comunicato ed affidato a soggetti che apportano competenze e non s’impegnano solo alla ricerca di potere. Questo si traduce in un’alleanza contro il volere degli elettori? No. Questa è politica non immiserita da pregiudizi, ma continuamente tesa ad elaborare soluzioni ottimali”.