Gesap, così sfuma la privatizzazione| La società verso una seconda vita - Live Sicilia

Gesap, così sfuma la privatizzazione| La società verso una seconda vita

Si blocca il processo di vendita ai privati, ma con la garanzia degli investimenti. A breve andrà rinnovato il cda, anche alla luce del nuovo commissario della Camera di Commercio che potrebbe essere Alessandra Di Liberto.

PALERMO – Per la Gesap inizia una nuova vita. L’incontro di ieri a Roma tra i vertici dell’Enac, i maggiori soci pubblici, il presidente e l’amministratore delegato della società non ha solo certificato la buona salute dell’azienda, ma ha anche messo una pietra (per ora tombale) sul processo della privatizzazione. Una partita, quella della vendita delle quote, che si protraeva tra scontri all’arma bianca e prese di posizione.

In questi anni si sono contrapposti due blocchi: da un lato il comune di Palermo e la Camera di Commercio, decisi a disfarsi delle azioni per fare cassa e non dover incorrere in nuove ricapitalizzazioni, con via Amari preoccupata di avere liquidità per le pensioni e l’Enac che premeva per il rispetto degli impegni sugli investimenti; dall’altro la Provincia commissariata dalla Regione che, contrariamente a quanto deciso dallo stesso ente in un primo momento, ha preferito tirare i remi in barca.

Comune e Camera hanno così proceduto in piena autonomia, mettendo sul mercato la maggioranza delle quote e lasciando in disparte la Provincia, il socio col pacchetto più grande. Un processo andato avanti con la selezione dell’advisor, la Kpmg, che, secondo indiscrezioni, avrebbe fornito una valutazione di 110 milioni di euro. Valore basso, secondo molti osservatori, e che potrebbe non aver tenuto conto della decisione della Provincia di fine febbraio di tornare nella partita della privatizzazione.

Tutto fino all’arresto di Roberto Helg. Le manette scattate ai polsi dell’ex vicepresidente della società hanno infatti stravolto ogni possibile scenario, gettando una pesante ombra sullo scalo. Inchiesta che fa il paio con quella sugli appalti. Le vicende giudiziarie hanno provocato un immediato terremoto che ha di fatto cambiato le carte in tavola anche nel cda: con il commissariamento della Camera di Commercio da parte della Regione, a seguito delle dimissioni di quasi metà consiglio, i rappresentanti degli enti controllati da Palazzo d’Orleans sono diventati tre su cinque, mettendo in minoranza Palazzo delle Aquile.

Le indagini da un lato, la bassa valutazione dall’altro: quanto basta per convincere sia la Provincia che il Comune a fare marcia indietro, con buona pace dell’Enac che ha riconosciuto il buon lavoro svolto. “La privatizzazione adesso sarebbe un controsenso, quale acquirente sarebbe interessato oggi a comprare un’azienda che è in una situazione in continua evoluzione e che può riservare sorprese?”, si chiede il commissario della Provincia Manlio Munafò. Niente vendita, quindi, mantenimento delle quote grazie anche ai conti in ordine e a un bilancio tornato per il secondo anno consecutivo all’attivo. Il cda ha dato a Roma tutte le rassicurazioni del caso: in quattro anni la società riuscirà da sola a garantire i 56 milioni necessari senza ricapitalizzazioni, cui si aggiungeranno i 13 regionali. I numeri di passeggeri e voli, inoltre, sono destinati a salire.

Ma i cambiamenti alla Gesap potrebbero non essere finiti. I boatos vogliono che la Regione abbia scelto il commissario della Camera di Commercio: si tratterebbe di Alessandra Di Liberto, attuale commissario della Provincia di Agrigento, che porterà l’ente alle elezioni. Cosa diversa dalla nomina come commissario ad acta di Vincenzo Genco, incaricato di curare la fusione con Enna. Da qui a un mese il cda della Gesap andrà rinnovato e si vedrà se il nuovo commissario della Camera confermerà Giuseppe Todaro. Così come si completerà a breve la rotazione dei dirigenti interni, mentre resta sospeso per il momento il direttore generale Carmelo Scelta. Oggi si terrà un cda. “Abbiamo espresso apprezzamento per la sospensione del direttore generale, come premessa per accertare se ci sono gli estremi per ricorrere a provvedimenti più forti”, avverte però il sindaco Orlando.

 


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