La legge regionale sugli enti locali, approvata ieri dall’Ars, abbatte la scure sui fondi destinati a Palermo e mette in crisi il bilancio del capoluogo cittadino che adesso dovrà correre ai ripari per trovare i soldi da restituire alla Protezione Civile per la Gesip. Ieri sera Sala delle Lapidi, riunitasi per iniziare l’iter del bilancio e affrontare la delibera Tarsu, non è riuscita a concludere nulla rimandando tutto a oggi alle 12. Un rinvio necessario per permettere alla Ragioneria generale di capire, di preciso, quanti soldi arriveranno all’amministrazione da Palazzo Reale. Gli annunciati 14 milioni, infatti, dopo l’approvazione del ddl sono diventati tre ma secondo alcuni sarebbero addirittura ridotti a zero: i burocrati del Comune dovranno fare i conti e confrontarsi con gli uffici regionali per capire a quanto ammonta la cifra e indicare così al Consiglio il da farsi.
La seduta di ieri, aperta regolarmente, si è infatti incartata quasi subito proprio sul tema dei soldi regionali. Il bilancio, slittato a data da destinarsi a causa della mancata trasmissione al Consiglio del Piano triennale per le opere pubbliche, documento propedeutico alla manovra, è stato accantonato e si è giunti al tema caldo della serata: la delibera di aumento a 1 del coefficiente Tarsu che libererebbe cinque milioni da poter usare per restituire l’anticipazione di cassa della Protezione Civile, così come previsto dalla proposta di bilancio della giunta. La delibera, infatti, dovrà essere approvata entro stasera, altrimenti sindaco e assessori saranno costretti ad abbassare le aliquote e restituire ai cittadini il maggiore introito.
Il centrodestra avrebbe voluto procedere, per rimediare alla bocciatura della norma salva-Gesip a Sala d’Ercole, ma le opposizioni si sono messe di traverso e dopo una riunione a porte chiuse hanno confermato il loro no alla delibera. Fallito anche un tentativo di mediazione che avrebbe portato la copertura allo 0,97-98 e avrebbe permesso di liberare solo tre o quattro milioni per la Gesip e imposto al primo cittadino di stringere la cinghia per il restante, garantendo uno stanziamento, seppur minimo, al sociale e la copertura all’azienda di via Maggiore Toselli.
Stamane il Consiglio si riunirà, quindi, per stabilire se far passare la delibera Tarsu o meno, alla luce dei conti della Ragioneria generale. Un passaggio fondamentale, dal momento che da esso dipenderà il futuro di molti settori. Assodato che il sociale rimarrà all’asciutto anche quest’anno, con buona pace di disabili psichici, anziani e case di cura, ad essere in pericolo adesso sono i teatri. L’amministrazione deve reperire necessariamente cinque milioni da restituire alla Protezione Civile, pena lo squilibrio, dalle risorse libere: o lo farà tramite la delibera Tarsu o attingendo, probabilmente, al fondo biennale da sette milioni per Teatro Massimo e Teatro Biondo. Nella speranza, ovviamente, che il Parlamento approvi la manovra finanziaria, e con essa il piano salva-Gesip, prima del 16 luglio, quando scadrà la seconda proroga, altrimenti serviranno altri cinque milioni per tirare fino ad agosto.
Una soluzione alternativa, in realtà, potrebbe esserci: approvare il rendiconto del 2010 prima del bilancio di previsione del 2011 sfruttando gli avanzi di cassa che ammonterebbero a sette milioni. Un’eventualità proposta dall’assessore al Bilancio Giuseppe Genco ma che, ad oggi, non sembra riscuotere consensi sebbene garantisca una via d’uscita.
Da segnalare, inoltre, la presentazione di una delibera per la riduzione del numero degli assessori comunali da 16 a 10: un’iniziativa del capogruppo dell’Mpa Leonardo D’Arrigo, sulla fals riga di quanto fatto alla Provincia di Palermo, che ha già riscosso il sostegno di 21 consiglieri. Una mossa che permetterebbe al comune di risparmiare, ogni anno, 558.000 euro e di reimpiegare in altri servizi sei impiegati che costano oltre un milione.