“I politici di turno hanno appoggiato questo movimento fino a quando gli studenti non hanno dimostrato di non conoscere ‘zone rosse’, divieti e limitazioni alle loro libertà, di non esser semplici burattini nelle mani di una classe politica allo sbando, ma di essere protagonisti di un lotta che parte dall’opposizione al disegno di legge Gelmini, ma che si pone come obiettivo l’abbattimento di un sistema che ha cancellato ogni prospettiva per milioni di giovani”. Lo dice una nota del “collettivo 20 luglio” di Scienze politiche dopo la manifestazione di ieri a Palermo.
“Lo slogan urlato nelle piazze ‘Noi la crisi ve la creiamo’ è diventata pratica reale di una conflittualità che giorno dopo giorno prende corpo. In questo contesto i giornali, veri terroristi mediatici, non hanno aspettato un minuto in più per mettere in pratica quello di cui sono maestri: criminalizzare la rabbia degli studenti, identificandola come ‘violenza fine a se stessa’ o peggio ancora come ‘ritorno al terrorismo degli anni ’70” prosegue la nota del “collettivo 20 luglio”.
Gli studenti dicono di “lottare in maniera determinata per fermare lo scempio parlamentare e mandare un messaggio chiaro: “per noi non esistono zone inaccessibili e non ci fermeremo fino a quando non avremo vinto la nostra guerra”.
“Critichiamo – scrivono – in maniera netta e inequivocabile quelle realtà cittadine come Unipa Block che si sono schierati a favore di questa visione imposta dai giornali, attaccando chi ieri mattina ha tentato di riappropriarsi dei luoghi del potere, dove politici da strapazzo legiferano contro i diritti e gli interessi degli studenti, dei lavoratori, dei migranti. Rivendichiamo le azioni messe in atto in queste settimane, pratiche considerate strumentalmente violente dall’informazione di regime ma che esprimono la progettualità politica di questo movimento: dal blocco economico alle sanzioni contro banche e simboli del potere, dai cassonetti rivoltati all’occupazione di scuole e università”.
“Infine – conclude la nota – vogliamo sottolineare la nostra estraneità al gruppo Unipa Block e ancor di più a partitini come Sinistra e Libertà e Partito Democratico che scendono in piazza con l’unico intento di egemonizzare e guidare la mobilitazione a fini puramente propagandistici, contrapponendosi con la maggioranza degli studenti che ripudiano in maniera netta le loro ingerenze”.