CATANIA – Non una data come tutte le altre, non una ricorrenza imposta che duri il tempo di uno slogan, ma una giornata dedicata alla memoria e alla riflessione sulla figura della donna. Un’analisi profonda a sostegno della cultura del rispetto e dell’equità di genere. L’8 marzo oggi più che mai, al di là di quella connotazione festaiola, deve invece rispondere a tale esigenza. La Cisl etnea ha tentato proprio di fare questo stamane, raccontando agli studenti dell’Istituto comprensivo Montessori/Mascagni il mondo femminile attraverso storie e testimonianze dirette. Donne libere che hanno realizzato i loro sogni, impegnate in politica o nelle istituzioni, nell’impresa o nel sindacato, artiste, oppure vittime di violenza e soprusi. Perché se molto è stato fatto, molto serve ancora fare per quelle donne umiliate e violate nei loro diritti.
Numerosi gli interventi. Fra le testimonianze più significative quella resa da Stefania Marino, vice questore aggiunto Questura di Catania. “Da dove nasce l’odio maschile verso le donne? Dalla loro incapacità di avere dei limiti ? O dalla convenzione di essere superiori?” Ha domandato uno dei tanti studenti intervenuti. “Abbinare il tema della violenza sulle donne all’8 marzo, – ha risposto Marino – ritengo forse sia riduttivo. Ma quale funzionario della commissione anti crimine, mi occupo però molto spesso di episodi di violenza contro le donne. Alla base credo che ad accomunare questi uomini che usano violenza contro le donne ci sia un senso di possesso, non considerandola cioè come una persona, ma come un qualcosa che gli appartiene. E nel momento in cui una donna sceglie di allontanarsi da un uomo, questo non sempre è capace di accettarlo. Ma esistono vari tipi di violenza. Delle volte può derivare dal contesto culturale di provenienza”.
Ma per il vice questore aggiunto molto importante è la capacità di reagire da parte delle donne. “Tanto purtroppo dipende dalle donne – ha sottolineato – troppo spesso minimizzano la gravità anche solo di uno schiaffo ricevuto in casa”. E spesso manca una certa dose di autodeterminazione, “quando le donne si mostrano rinunciatarie o arrendevoli rispetto alle loro aspettative. È sbagliato sacrificarsi al volere maschile o al volere della famiglia. Tutto deve sempre essere risultato di una libera scelta. Fare cioè quello che si vuole e non perché questo ci viene imposto dall’esterno”.
Maggiore coesione e complicità fra le donne è quanto auspicato dalla deputata all’Ars, Valeria Sudano. “Gli uomini fanno squadra, ma per le donne è diverso perché s’innescano meccanismi di competizione e rivalità che frenano tutto ciò. Superare questa concezione potrebbe essere utile per tutte noi”. E incoraggia le giovani donne. ” È importante strutturare il carattere, se sarete determinate vedrete che sarà difficile farvi mettere in un angolo. Iniziate sin da ora a lottare, io vivo in un mondo prettamente maschile, ma viviamo in una società dove tanti passi in avanti sono stati fatti. Siamo cioè fortunate rispetto a tanti altri contesti o paesi”.
Tra i presenti anche la cantante Francesca Alotta, da sempre attiva nelle battaglie contro la violenza sulle donne. Nel corso della manifestazione l’artista ha annunciato di stare lavorando ad un progetto incentrato sul tema. Presto un video e la partecipazione al prossimo festival di Sanremo dove porterà un brano che parlerà di maltrattamenti contro le donne. ” Credo – ha spiegato Alotta – che occorra molto lavorare sull’autostima. Noi donne spesso non ci rendiamo conto di quanto siamo meravigliose e di quanto riusciamo a fare. Ci sentiamo fragili ma in realtà siamo molto forti e non abbiamo bisogno di vivere all’ombra di nessuno. Possiamo essere donne e madri. Certo quando non si ha aiuto dalle società, tutto è più complicato e le madri si trovano a dover rinunciare perché manca l’asilo o un appoggio”.
A concludere, Rosanna Laplaca, segretaria regionale Usr Cisl Sicilia. “È stata una mattinata splendida in cui si è parlato insieme di temi così cruciali insieme con dei ragazzi. Mi piacerebbe pensare che davvero la conoscenza e lo studio rendano liberi. Si è citata la bambina che vive in Pakistan e lotta per poter andare a scuola, ma guardate che la Sicilia non è tanto lontana dal Pakistan. Oggi uno studente che studio è magari costretto a farsi le valigie e non c’è equità di trattamento fra donne e uomini. Sono sempre le donne che spesso si sacrifici per la famiglia, è un problema di cultura”.
La segretaria Laplaca non ha però risparmiato una critica alla politica. “È la politica che spesso non riesce a garantire alle donne e alle madri servizi e appoggi, specie quando i soldi messi a disposizione dall’Europa non vengono investiti oppure vengono rispediti indietro. La politica è troppo lontana ancora dal perseguire il bene comune”. Ma la lotta a favore dei diritti delle donne riguarda tutti. “Oggi credo si sia un po’ celebrata la vita. Donne e uomini e ragazzi insieme a scuola, un laboratorio di vita”.