Il 5 giugno celebriamo la Giornata Mondiale dell’Ambiente, un momento importante per ricordare che il nostro pianeta ha bisogno di essere protetto e rispettato, sotto ogni forma in cui la natura si presenta. La giornata, ospitata quest’anno in Costa d’Avorio, è incentrata su un tema caldo degli ultimi anni, uno di quelli che scuote subito le coscienze: “Beat Plastic Pollution”, ossia sconfiggiamo l’inquinamento della plastica. La tematica della plastica e della sua capacità inquinante è sempre più rilevante, complice anche un risveglio di coscienze da parte delle generazioni più giovani che sembrano essere le più interessate, e le più preoccupate, circa la salute dell’ambiente.
Plastiche e microplastiche sono ovunque, e inquinano ovunque. Siamo abituati a pensare soltanto alla plastica consumata all’interno della quotidianità casalinga, ma non sempre ci si rende conto della presenza della plastica in altri luoghi e contesti: in mare, dove viene scaricata e arriva come rifiuto, distruggendo la flora e la fauna; sui vestiti creati all’interno delle aziende fast-fashion, che utilizzano materiali originati dalla plastica sugli abiti che indossiamo, con conseguenze silenziose e ancora ignote per la nostra salute. L’invadenza della plastica, più o meno silenziosa, è un fatto provato che condiziona profondamente le nostre vite. Per questo, sono necessarie più azioni congiunte, da parte delle istituzioni, delle autorità locali e dei cittadini, da soli e in gruppo, per arrivare a una rivoluzione totale sul consumo della plastica e sulla gestione dei rifiuti.
Alcuni numeri sulla plastica. Secondo uno studio del Programma Ambientale delle Nazioni Unite, ogni anno vengono riversate in mare dai 19 ai 23 milioni di tonnellate di plastica, che vanno a colpire e danneggiare oltre 800 specie animali presenti tra mari, fiumi, laghi e terraferma. Si calcola che più del 90% degli uccelli ingeriscano particelle di plastica che permangono nel loro stomaco per molto tempo, causando problemi endocrini, fame, disturbi digestivi. Nel 2019, la plastica ha generato 1,8 miliardi di tonnellate di gas serra, il 3,4% del totale emesso nell’atmosfera in quell’anno. Quasi la totalità di queste proveniva dalla produzione di plastica e dalla conversione di combustibili fossili. Si stima che, entro il 2060, le emissioni del ciclo di vita della plastica potrebbero arrivare a 4,3 miliardi. Più che raddoppiato in meno di 50 anni, anziché diminuire.
Quali progressi fino a ora? L’attenzione rivolta in questi anni al tema della plastica ha già prodotto alcuni risultati, sia a livello delle istituzioni che come coscienza collettiva e personale. Gli enti governativi sembrano più preoccupati però a singole azioni specifiche che a un cambiamento sistemico, e non ci sono ancora azioni globali per prevenire la crescita della produzione della plastica. Ad esempio, diverse istituzioni governative e industrie hanno aderito a un programma di riduzione del volume di plastica che ogni anno finisce in mare, per arrivare entro il 2040 ad un massimo dell’8%; nel 2022, inoltre, gli Stati membri dell’ONU hanno concordato una soluzione per stabilire, entro il 2024, un accordo vincolante che possa porre fine all’inquinamento della plastica, a partire dalla sua progettazione fino alla gestione dei rifiuti.
Il ruolo delle imprese.
La maggior produzione di plastica deriva oggi dall’uso industriale, soprattutto per la produzione di packaging monouso, nelle imprese manifatturiere e nei settori del trasporto, del turismo, dei viaggi e del fashion. È proprio dalle imprese e dalle aziende che ci si aspetta un’ulteriore presa di coscienza e un cambiamento netto che porti a una riduzione nell’uso della plastica e soprattutto a un giusto riciclo.
Ecol Sea, azienda palermitana impegnata da sempre nei servizi per l’ambiente, svolge un ruolo importante nella gestione dei rifiuti e partecipa attivamente agli eventi di sensibilizzazione verso il rispetto dell’ambiente e del mare. Possiede automezzi ed attrezzature proprie che le permettono di gestire, con efficienza e puntualità, tutte le tipologie di rifiuti speciali, aiutando aziende e privati a smaltire correttamente i propri rifiuti.
In particolare, si occupa della gestione, del trasporto e dello smaltimento degli RSU e rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi a bordo delle navi ormeggiate nel Porto di Palermo, Porto di Termini Imerese e nel Porto di Porto Empedocle (Ag), annoverando tra i propri clienti le più note compagnie di navigazione nazionale ed internazionale. Ecol Sea lavora al fianco di aziende, industrie e privati per agevolare la gestione e il corretto smaltimento dei rifiuti, con piani operativi personalizzati in base alle singole esigenze.
Facciamolo per il pianeta. Ne abbiamo soltanto uno.