PALERMO – Tra le pagine preferite del suo profilo di Facebook, quelle che fanno riferimento a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il legame più nobile con la “sua” Sicilia. Giovanni La Rosa, infatti, originario di Barcellona Pozzo di gotto, risiedeva a Cagliari. A pochi chilometri dal luogo “di lavoro”. Un lavoro inteso come una vera e propria “missione” stando ai commenti giunti sul suo profilo, nei minuti immediatamente successivi alla pubblicazione della notizia della sua morte in Afghanistan. La Rosa, infatti, era un capitano della Brigata Sassari, di stanza a capo Teulada. Aveva appena 31 anni, e lascia i genitori, una sorella e due fratelli.
Tifoso della Juventus, e amante dei viaggi e della musica di Claudio Baglioni, come emerge dalle poche informazioni raccolte nel suo profilo del social network, La Rosa ha vissuto per anni lontano dalla Sicilia, avendo anche studiato all’Università di Torino, dove si è laureato, il 18 marzo scorso in Scienze politiche. Un momento ricordato anche sul Social network da una foto, sorridente, in giacca e cravatta e con in mano una copia rilegata della sua tesi. Lo scatto è accompagnato dalla scritta: ‘…Fatto!’, seguito da uno smile.
Aveva messo le radici in Sardegna, adesso, il giovane capitano siciliano. Due isole, a raccontare una storia che si può solo intravedere nei commenti di chi lo ha conosciuto: “Ciao Giuseppe – scrive Tiziana Loi – l’amore pr il tuo lavoro è stato più forte dell’amore del mare della sardegna. ci hai lasciato facendo il tuo dovere e ti fa onore un bacio”. In tanti fanno fatica ad accettare la notizia: “E’ assurdo – commenta Roberta Serafino – sentire il nome di un amico che conosci al telegiornale…..ancora non ci credo….giuseppe mancherai a tutti…..e che il mio abbraccio ti arrivi fin lassu’…….sei stato un grande….un bacio capitano…”. “Ho sentito – scrive Meluccia Rossello – il tuo nome al telegiornale…. nn ci credo!! nn è possibile!!! era il tuo lavoro , la tua passione… e ora nn ci sei più… e sicuramente con onore… Ciao Peppe… rimarrai sempre nel cuore di ki ti ha conosciuto!!!”. “Nn ci credo – scrive Tonino Puliafito – ci siamo sentiti 2 settimane fa.. Compagno di banco e amico, Capitano te ne sei andato servendo la patria!! Rimarranno x sempre nel mio cuore i ricordi di quella gioventù! Incredibile!!”.
Poi, ecco chi ha lavorato con lui. Chi ha diviso col capitano l’amore per la divisa: “La posa… 6 mesi indimenticabili… Quell’ultima stanza a destra, – ricorda Michele Ruta – la piû silenziosa… Li studiavi ed incapocchiavi….ed ora?? ora rimarrai sempre nei nostri cuori con il tuo regalo di natale, con le tue pose plastiche e tutti i momenti passati insieme che ci hanno dato la forza di passare i momenti piû difficili in quel posto cosî sperduto e lontano da casa…. Ciao Peppino, una acies con la tua b-hut”. “Ciao capitano – il pensiero di Donato Garofalo – te ne sei andato mentre servivi il nostro stato con onore cm hai sempre fatto….sei stato un bravissimo comandante di compagnia e x qsto nn ti dimenticheremo mai…..addio capitano riposa in pace”. “Per darti del “tu” – il ricordo di Alice Biondi – ci ho messo tanto perchè in fondo io ho solo ” un baffo ” come grado, ma tu volevi che la confidenza fosse reciproca. La mia bambina é nata ma tra una cosa e l’ altra non ti ho mai mandato la foto che ti avevo promesso. Beh adesso la potrai vedere. Cordoglio alla famiglia. Onore a te! Riposa in pace. Ciao Capitano”.
Poi, ecco il dolore per un appuntamento tragicamente mancato: “Dalla sera del ” non preoccuparti domani – commenta Laura Bombardiere – per le 10.30 torno…ci sentiamo!” al……nulla……….una acies capitano”. “Ciao giusé, – il saluto di Alessandro Ciccarese – stamattina mi hai fatto davvero male. E so che non é colpa tua. Riposa in pace”.