PALERMO – Preghiere, fiori, lacrime. La salma di Giuseppe Liotta è arrivata nella parrocchia che da sempre aveva frequentato, la chiesa di San Vincenzo de Paoli, in via dei Quartieri a Palermo. Nel pomeriggio ha lasciato l’ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù, dove ieri sera è stata effettuata l’autopsia, poi è stata trasferita nel salone della parrocchia, dove è stata allestita la camera ardente. Decine le persone che hanno atteso l’arrivo del feretro: tra loro ci sono amici, familiari, colleghi di lavoro del giovane pediatra che ha perso la vita in seguito all’alluvione di sabato sera scorso. Gli stessi che per cinque lunghissimi giorni hanno aspettato, nell’angoscia, notizie dal luogo delle ricerche.
Il corpo senza vita del medico quarantenne, che quel giorno si stava recando all’ospedale dei Bianchi di Corleone per il cambio turno, è stato recuperato ieri mattina in un vigneto, nel territorio di Roccamena. La Procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta, il fascicolo è ancora a carico di ignoti e ipotizza i reati di inondazione e omicidio colposo. Il funerale si terrà domani mattina alle 10,30 nella chiesa Mater Ecclesiae di viale Francia, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha disposto l’esposizione di bandiere a mezz’asta in segno di lutto, in tutte le sedi comunali.
“Il dottor Liotta era un dono dal cielo – dice Lucia –. L’avevo conosciuto all’ospedale dei Bambini quando ho accompagnato il mio nipotino. La sua disponibilità e il suo sorriso rimarranno per sempre impressi nella mia mente”. Alla camera ardente anche chi non aveva mai conosciuto il medico: “Ho saputo che sarebbe arrivato qui e volevo salutarlo per l’ultima volta – dice Giovanni -. Ho seguito sin dall’inizio la sua storia, ho sperato fino all’ultimo nel miracolo. Questo ragazzo è ormai il figlio di tutti”. La moglie Floriana, in lacrime, si stringe in un abbraccio con una donna. “È lei, con la sua forza – commenta un collega di Liotta – a darci la lezione più grande”.