Puntuale dopo una settimana è tornata la protesta degli operai Gesip. Il nuovo sit-in è scattato ieri sera, quando il Consiglio comunale di Palermo si era dato appuntamento per riunirsi. Un nuovo incontro tra i rappresentanti sindacali e i capigruppo consiliari, alla presenza dell’assessore comunale al Bilancio Sebastiano Bavetta, non ha chiarito le carte in tavola, alla fine di quasi due ore cariche di tensione. Il malcontento dei lavoratori della società di manutenzioni partecipata dal Comune è rimasto intatto, tanto da decidere di bloccare l’uscita da palazzo delle Aquile ai consiglieri comunali fino a circa l’una della notte scorsa. Dopo momenti di tensione e con l’intervento della polizia, gli inquilini di sala delle Lapidi sono riusciti ad andar via e i manifestanti sono tornati a casa.
Il nodo da sciogliere riguarda l’imminente scadenza del contratto di servizio tra la Gesip e il Comune di Palermo. Il termine ultimo è il prossimo 30 aprile. Quello che gli operai chiedono, è sapere quale sarà il loro destino dal 2 maggio in poi. Le strade tracciate sette giorni fa, quando si era tenuto il primo teso incontro tra le parti, erano due: nuovo contratto di servizio adeguato alle spese, per un totale di circa 72 milioni di euro; oppure utilizzare un collegato al disegno di legge sul lavoro, che deve ripassare a breve alle Camere, e permettere l’internalizzazione dei servizi e dei lavoratori Gesip.
Quello che, però, i manifestanti non accettano è l’ipotesi di trovare i soldi per il nuovo contratto di servizio attraverso la Tarsu, il cui nuovo regolamento, che passerà da Sala delle Lapidi nei prossimi giorni, prevederebbe un ritorno all’aumento del 75 per cento sancito nel 2006. “Non possiamo legare il destino della nostra società ad un nuovo aumento delle tasse per i cittadini – protesta Paolo Di Gaetano, sindacalista responsabile della federazione Rdb – Il nostro obiettivo era e rimane l’internalizzazione dell’azienda”.
Ad avere le idee chiare sulle modalità di uscita da quella che rischia di diventare un’impasse è invece il presidente della Gesip, Pippo Enea: “Noi registriamo una perdita del patrimonio pari a 5 milioni di euro. Per il futuro serve prima ripianare questa perdita, e poi adeguare il contratto di servizio con una proiezione quinquennale. In seguito si può anche parlare di internalizzare i servizi”. Ma quello che preme puntualizzare ad Enea, è quello che dovrà fare tra meno di dieci giorni: “Se non avrò tra le mani un nuovo contratto, sarò costretto a tenere a casa tutti i lavoratori”.
La delegazione di consiglieri che da Sala delle Lapidi doveva partire all’inizio di questa settimana alla volta di Roma, per tentare la via del collegato alla legge sul lavoro, dovrebbe prendere il volo lunedì prossimo. “Stazioneremo sotto al Parlamento fino a quando non ci riceveranno”, assicura il presidente del Consiglio comunale, Alberto Campagna. Nonostante il clima surriscaldato, la prevista seduta del Consiglio ha avuto luogo, con l’approvazione di tutti i debiti fuori bilancio presenti nell’ordine del giorno.