Grande successo ieri pomeriggio in via Catania 42 per l’incontro “Un sì per cambiare l’Italia”. Il dibattito, voluto dal presidente della Commissione Revisione e Attuazione dello Statuto della Regione, l’On. Alessandro Aricò, è stata l’unica occasione promossa in città per discutere approfonditamente, e a più voci, i contenuti del Referendum Elettorale che gli italiani saranno chiamati a votare domenica e lunedì prossimi. Un dialogo vivace, animato da due costituzionalisti di rilievo come l’avvocato Guido Galipò e il professor Salvatore Curreri che, sebbene appartenenti a ideologie politiche diametralmente opposte, in questa circostanza hanno preferito unire ideologicamente le proprie voci nel coro del “sì al referendum”.
“Votare sì – ha spiegato Galipò – significa dimostrare il giusto rispetto della sovranità popolare, affrancandola dal ricatto delle minoranze. Questo è un discorso che vale tanto per le forze di Centrodestra quanto per quelle di Centrosinistra. Domenica e lunedì – ha concluso – gli italiani non dovranno perdere l’occasione di rendere lo scettro del potere al principe, che in una democrazia è il popolo”.
A fare eco alle parole dell’avvocato Galipò sono state quelle del professor Curreri, docente di diritto Costituzionale presso l’università Kore di Enna, che ha sottolineato come l’idea di fondo del referendum fosse quella di “una politica che appartiene al popolo sovrano, in cui gli eletti sono legati effettivamente a chi li ha eletti. Sempre più spesso – ha detto Curreri – abbiamo assistito a improbabili alleanze politiche orchestrate esclusivamente per il fine ultimo di trovare la maggioranza alle elezioni; dire sì a questa riforma, finalmente, obbligherebbe le coalizioni a preoccuparsi soprattutto di garantire quelle condizioni di stabilità indispensabili per governare il Paese”.
A far gli onori di casa, e moderare il dibattito, l’On. Alessandro Aricò che ha voluto porre l’accento, invece, sulla necessità di andare a votare non disertando le urne come accaduto troppo spesso in passato: “Il concetto alla base di questo incontro – ha detto – è che quando parliamo di referendum facciamo riferimento ad un’importantissima conquista della democrazia, alla quale noi cittadini dobbiamo rendere il giusto merito: a prescindere che si voti per il sì o per il no. Certamente, in questo caso, il sì assumerebbe i connotati di quello stimolo necessario per la realizzazione di una legge elettorale appropriata che, nell’arco dell’attuale legislatura, per gli scenari politici in cui viviamo oggi, risulta ormai indispensabile”. Una linea, quella del deputato regionale del Pdl, pienamente condivisa dal presidente del Consiglio Provinciale Marcello Tricoli e dal consigliere provinciale Antonio Rini che a margine dell’incontro ha sottolineato come “la presenza allo stesso tavolo, di voci così autorevoli appartenenti a forze politiche distanti tra loro, ma unite nel coro del sì, debba essere intesa come la chiara testimonianza della straordinarietà del quesito referendario che il popolo italiano, al di là delle diverse appartenenze ideologiche, è chiamato a votare positivamente”.