PALERMO – “La parola trattativa esiste già negli atti processuali. Dopo le stragi alcune parti dello Stato hanno ammesso di aver cercato di far cessare gli eccidi”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso alla Giornata della Memoria e dell’impegno contro le mafie a palazzo dei Normanni. Il presidente ha risposto ad alcune domande rivolte da una delegazione dei 120 studenti presenti in sala. “Dalla parte dei mafiosi erano un meccanismo di ricatto per ottenere dei benefici – ha aggiunto – per l’organizzazione mafiosa, come l’eliminazione del carcere duro per i boss, l’eliminazione dell’ergastolo, tutte richieste oggetto del cosiddetto papello. Questo tentativo c’è stato ma bisogna vedere quanto, alcune parti dello Stato, oltre quelle istituzionali, abbiano contribuito al punto da fare queste concessioni”. “Ma con la mafia non si può trattare, – ha concluso – sarà il processo che è in corso a chiarire meglio questi dati”.
“Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano due fuoriclasse dalle caratteristiche professionali eccezionali, ecco perché suscitavano invidia nei colleghi – ancora Grasso -. Il tribunale di Palermo era stato chiamato ‘palazzo dei veleni’ ma oggi l’attualità ci porta a ‘dialettiche’ – per usare un eufemismo – all’interno della magistratura che riscontriamo anche in altre procure al Nord Italia”.
Nel corso dell’incontro si è parlato anche di crisi e lavoro: “Noi adulti dobbiamo aiutarvi a trovare lavoro nella nostra terra – ha aggiunto Grasso, rivolgendosi agli studenti -. Oltre ai laureati oggi anche i diplomati sono costretti a emigrare, un fenomeno in aumento negli ultimi anni”.