Carissimi Beatrice e Baldo (rispettivamente ministro e assessore alla Salute)
Innanzitutto, grazie.
La storia di Antonella Folgheretti, giornalista malata di sclerosi multipla, raccontata da LiveSicilia.it e da altri, sembra essersi risolta per il meglio. Invece di recarsi tre volte alla settimana da Palermo a Messina, affrontando una trasferta faticosissima, Antonella potrà curarsi nella sua città, in virtù di un provvedimento, finalmente sbloccata con un tratto di penna, che prevede più strutture e posti letto per la riabilitazione.
Secondo quanto abbiamo raccontato, è stato il ministro Lorenzin – non appena letto l’articolo di LiveSicilia – a chiamare l’assessore Gucciardi – con una sensibile prontezza che va riconosciuta – per ridare linfa al percorso burocratico che ha reso possibile tutto. Ma c’è pure da non dimenticare il lavoro prezioso del manager dell’Asp di Palermo, Antonio Candela, che si è prodigato in silenzio, a testa bassa, secondo il suo costume.
Grazie a tutti, davvero. Certo, scriviamo: ‘sembra essersi risolta’, perché siamo abituati fin troppo bene alle promesse mancate della politica. Certo, se Antonella Folgheretti non fosse stata una giornalista, magari non avrebbe trovato spazio e tribuna per i suoi diritti, chissà…
Tuttavia, questo non è il momento del retropensiero di prammatica. Per una volta è giusto sottolineare i meriti delle istituzioni che hanno realizzato il ‘miracolo’ della normalità: il prodigio che offrirà a molte persone malate – non solo ad Antonella – una terapia più comoda. E sarà un sollievo in tanta disgrazia.
Cari Beatrice e Baldo, poiché siamo davvero incontentabili, avanziamo un’altra ingorda richiesta: il miracolo della normalità, nella disastrata sanità siciliana, non potrebbe diventare, appunto, ‘normale’ e quotidiano?
Non si potrebbero avere ospedali che non siano mattatoi, medici e infermieri che non si scoprano sempre più invecchiati male e avviliti per l’assedio a cui sono sottoposti, rianimazioni che conservino dignità in vita e in morte del paziente, un’assistenza che sia efficace e umana, dove il malato venga riconosciuto – nelle cose, non nelle parole – per ciò che è: il centro di tutto, mentre adesso somiglia a un danno collaterale?
Non potreste – cari Bea e Baldo – adoperarvi per un lungo e istruttivo tour tra le corsie dei nosocomi di Sicilia, per stringere mani, ascoltare e dare l’impressione a chi è sprofondato nel dolore che lassù qualcuno lo ami e sia preoccupato per lui?
Non si potrebbero avere manager scelti non per aggiogamento a questo o a quel carro partitico, selezionati sulla base di un rigoroso screening? Non sarebbe bello scorrere le liste d’attesa in tempi ragionevoli?
Non sarebbe il caso di reinventare una sanità che cerchi di non esagerare con i costi inutili, ma che sappia che il fondamento del suo stesso esistere è l’uomo che spera in un letto d’ospedale, non lo zero virgola in più di risparmio? Non si potrebbe consentire a tutti l’accesso alla cura, nel luogo più semplice, nel modo più facile, e non solo a coloro che hanno l’occasione di sostenere spese onerose?
Caro ministro, caro assessore, ecco il miracolo della normalità, invocato ogni giorno dai militi ignoti del catetere. Realizzarlo – o almeno provarci – sarebbe una vera e indimenticabile rivoluzione. Come è accaduto per la coraggiosa Antonella, come dovrebbe egualmente accadere per chi non ha né nome, né voce.
egregio signore lei e’ una persona meritevole di lode una persona che ha capito la gravita’ del problema. se questa gente incoscente egoista non ha tenuto conto del danno che poteva creare a differenza di lei che ha dimostrato di essere una persona seria e responsabile, non puo’ e non deve giudicare la sua scelta come qualcosa di sbaglita.
A mio figlio è andata peggio. Residente in provincia di Enna si ritrova senza lavoro lui e la ragazza e con un contratto di affitto di 900 euro più le spese.
Ha chiesto lumi alla protezione civile Sicilia e la risposta è stata di attenersi alle leggi.
Chi gli paga l’affitto? Mi sembra naturale che in questi casi venga data l’autorizzazione a partire e non abbandonare le persone in questo modo.
Altrimenti la regione Sicilia gli paghi le spese.
Salvatore
********lei che ha dimostrato di essere una persona seria e responsabile, non puo’ e non deve giudicare la sua scelta come qualcosa di sbaglita. **********
si ma quanti ce ne sono per i cosiddetti burbetti ci vanno di mezzo gli altri? purtroppo la legislazione è farta di carte di date, di scadenze e di ricorsi fuori tempo, ci sono per esperienza personale tante e tante ingiustizie fatte e perpetrate e che nessuno puo’ bloccare perchè il tutto è passato INGIUDICATO, uno sbaglio un errore, una disattenzione voluta o non voluta colpevole o incolpevole è li che si manifesta è palpabile chi è furbetto e prepotente riesce ad avere la meglio sulle persone serie e responsabili, magari quelli seri e responsabili alla luce di quei fatti sembrano colpevoli, perchè noi si pensa sempre il bene del genere umano in generale, non si crede che la viltà, la voglia di schiacciare il prossimo, solo per il puro piacere di vederlo soffrire, fare macchinazioni ed altro possa ingannare tutti che ad un certo punto la persona onesta venga considerata sbagliata e quella marcia una persona da prendere ad esempio che si sacrifica etc etc, Caro sig. Roberto, queste cose succedono, uno non ci crede, fino a che fa i conti, mi dica quanto quantificherebbe a livello morale 20 anni di persecuzione fra tribunali ed altro con davanti persone che hanno tutti gli elementi e nonostante tutto neanche ti guardano e ti condannano, non penalmente ma civilmente, e speri che domani sia finita, invece no determinate persone ci provano gusto e ricominciano, ricominciano, ancora e ancora, caro signore 20 anni in pratica una vita fra il trascorrerla in un modo diverso ed in un modo atroce sempre nelle aule di tribunali fra ingiunzioni ed altro sempre dalla stessa persona, il peggio essere certi di non aver fatto nulla per scatenare questa rabbia o furore, ma solo essere scambiato per un bancomat da spemere e basta, mi chiedo solo quando qualcuno o le istituzioni apriranno gli occhi e sentiranno queste grida silenziose di una persona invisibile, me lo chiedo davvero, anche se dopo 20 anni non perdo la speranza, ma veda è difficile è difficile uscire da un tunnel se c’è sempre la stessa persona che ti ci ricaccia dentro con perversione, sempre, sempre, sempre, non è facile in questo mondo di ciechi e sordi, non è facile farsi vedere e farsi sentire, si certo prima o poi vedranno e sentiranno, magari non giustificheranno, l’attimo, ma l’attimo è la conseguenza di 20 anni, non solo di un attimo, ma di tanti attimi lunghi una vita persa di 20 anni persi e non recuperabili e che nessuna moneta o rimborso potra mai ripagare.
Se ne rimanga al nord, mi ascolti, non faccia come quelli che da scappano da una zona dove c’è il temporale e rifugiano in una zona dove dopo cinque minuti arriva il temporale. La Sicilia scoppierà di contagiati e non penso che siamo preparati al peggio, siamo solo convinti di esserlo. Rimanga dove si trova e vedrà che fra un po’ la sua coscienziosa scelta verrà ricompensata.
Mio figlio si trova ad Oslo per l’ERASMUS.
L’unità di crisi ha affermato che era possibile fare rientrare gli studenti ERASMUS
con voli dedicati vestiti da Alitalia.
Se è vero per molti paesi Spagna, Belgio, Gran Bretagna non è così per la Norvegia.
Non ci sono voli diretti per l’Italia.
Rientrare, facendo più scali, con il rischio di rimanere bloccato in qualche aeroporto o
di non avere la possibilità di andare in albergo (ad una coppia gli è stata rifiutata l’accoglienza in albergo perché italiana) e quindi di contrarre la malattia, sembrava più rischioso. I tre voli prenotati prima gli sono stati cancellati
Pertanto mio figlio è rimasto ad Oslo, ma la preoccupazione e l’angoscia è tanta.