ATENE – Il governo greco ha superato, seppur di misura, “la prova del fuoco” del Parlamento sulla criticatissima riforma dell’amministrazione pubblica che prevede lo spostamento ad altre funzioni, il licenziamento o la cassa integrazione per 25 mila dipendenti statali entro la fine dell’anno. A nulla sono valse settimane di scioperi e proteste: con 153 voti su un totale 300 deputati, Atene ha detto sì al disegno di legge che dà il via libera alla riforma, in un paese già martoriato dalla disoccupazione. Le misure del resto rientrano tra quelle necessarie per ottenere una nuova tranche di prestiti dalla troika e arrivano proprio nel giorno in cui Bruxelles non ha escluso che alla fine del programma di aiuti Esfs che si concluderà nel 2014 possa restare un “buco finanziario” tra i 2,8 e i 4,6 miliardi di euro.
A nulla sono valse quindi le proteste di migliaia di dipendenti pubblici, insegnanti, poliziotti che da martedì si sono assiepati davanti al parlamento nella speranza di conservare il lavoro, bloccando l’approvazione della riforma. Il presidente Samaras, dopo il voto, ha rivendicato il risultato ottenuto sull’Iva promettendo ai greci “giorni migliori”, mentre il leader della sinistra radicale Alexis Tsipras ha parlato di “sacrificio umano” definendo il progetto un disastro.