PALERMO – “Nessuno dei soci si è più fatto vivo”, disse il commercialista nel corso dell’accertamento fiscale. “Non è vero”, ha replicato l’avvocato della difesa. Dissapori, screzi, incomprensioni per il mancato pagamento? Sta di fatto che l’imputata, titolare di uno studio fotografico in viale delle Alpi, è stata assolta dal giudice Roberto Riggio dall’accusa di avere occultato le scritture contabili. È passata la linea difensiva degli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci, a dispetto di una richiesta di condanna a un anno e otto mesi di carcere.
Il legale ha dimostrato che lo stesso giorno, era il 22 maggio 2014, della richiesta da parte dell’Agenzia delle Entrate, la signora P.S. consegnò i libri contabili. Perché non lo fece prima? Perché ormai non faceva più parte della società ed era convinta che tutto ciò che servisse fosse depositato nello studio del commercialista. Nessun dolo, né voglia di sfuggire al Fisco tanto che dopo l’accertamento ha saldato un debito di poco superiore a tremila euro.
Restava, però, agli atti la dichiarazione del commercialista – che la difesa ha bollato come “incomprensibile” – che ha messo nei guai la donna sotto il profilo penale. Ha rischiato un condanna, ma è stata assolta.