Gucciardi, Crocetta e gli alfaniani | Le grandi bugie sul piano sanitario - Live Sicilia

Gucciardi, Crocetta e gli alfaniani | Le grandi bugie sul piano sanitario

La rete è stata trasmessa al Ministero a giugno. Approvata ad agosto. Ma oggi tutti cadono dalle nuvole. E quei tagli non sono “obbligati”.

PALERMO – Per il governo Crocetta sarà pure una bozza, una “simulazione”. Ma al Ministero della Salute l’hanno presa molto sul serio. La nuova rete ospedaliera, infatti, è stata sostanzialmente “approvata” già lo scorso 3 agosto. Altro che Piano provvisorio. Il Ministero, nella riunione dei primi di agosto afferma che la la “documentazione trasmessa ha consentito il completamento delle istruttorie da parte degli uffici preposti”.

Il Piano è stato approvato. Se non formalmente, nella sostanza. E così, quello che Gucciardi ha illustrato nei giorni scorsi a manager e medici, è in effetti il documento a un passo dal via libera finale. “L’istruttoria della documentazione – ribadisce il Ministero nel verbale di quella riunione – è stata completata. I provvedimenti emanati, ai fini della valutazione definitiva andranno integrati dalla Regione”.

Eccolo l’unico step che ha impedito che il documento fosse quello “definitivo”. Al governo è stato chiesto di intervenire attraverso un “atto regionale formalmente adottato entro il 15 settembre 2016”. Cioè oggi. E anche per questo motivo, ieri pomeriggio l’assessore Gucciardi insieme ai tecnici dell’assessorato è volato a Roma. Per parlare anche del “caso Giglio”, ma non solo. Per capire, più che altro, che margini esistano per tornare sul documento e, magari, quali spiragli per avviare, almeno in modo parziale, l’iter delle tanto attese assunzioni.

Una cosa è sicura. Quella lì non era una simulazione. Ma ha dato il via a un rosario di bugie. A cominciare da quella “generale”, sposata un po’ da tutti, a cominciare dal governo Crocetta. Il “mito”, insomma, secondo cui la rete ospedaliera è stata sostanzialmente “dettata” da Roma. Una menzogna, a dirla tutta. E del resto, se così non fosse, non si capisce quali margini ci sarebbero ancora per rivedere il Piano. Se, infatti, quei tagli sono “obbligatori”, che senso ha il richiamo di Crocetta a una rivisitazione del documento, che coinvolga sindaci e territori?

La verità è che quell’automatismo tra decreto ministeriale 70 e piano degli ospedali siciliani è una mistificazione. E non a caso, il dirigente generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Renato Botti, ha precisato in un documento inviato anche al ministro Lorenzin: “Come noto, la competenza in materia di organizzazione sanitaria è affidata all’autonomia regionale, quindi la Regione – prosegue Botti – può definire autonomamente le caratteristiche (reparti, posti letto, ruolo nella rete ecc.) delle strutture che compongono la rete dell’emergenza-urgenza e la rete ospedaliera. Le amministrazioni centrali, infatti, verificano, nel pieno rispetto dell’autonomia regionale, il rispetto degli standard previsti dal d.m. 70/2015 e non le scelte organizzative proprie della regione (ad esempio: potenziare/depotenziare un presidio ospedaliero, chiudere un reparto piuttosto che un altro)”. Insomma, la “responsabilità” politico-amministrativa del Piano è tutta del governo Crocetta. Eppure, il governatore cade dalle nuvole. Afferma di non conoscere il piano. Di non aver parlato con l’assessore, a causa dei recenti impegni alla Festa dell’Unità e per il Patto per il Sud.

Ma la presentazione del Piano non è recente. “Nel giugno 2016 la Regione, con apposito schema di provvedimento attuativo delle previsioni della legge di stabilità 2016, – ricorda il dirigente Botti – ha presentato una nuova proposta di riordino della rete ospedaliera ed è stata convocata per la verifica nella riunione del Tavolo DM 70/2015 del 3 agosto 2016”. La Regione ha presentato questo piano tre mesi fa ed è stata poi convocata ad agosto. Possibile che Crocetta non sapesse nulla? Possibile insomma che l’assessore alla salute e il governatore non riescano, in tre mesi, a parlare di temi dall’impatto così devastante per la Sicilia?

E possibile che nulla sapessero i politici più vicini al ministro della Salute? Quella Beatrice Lorenzin che fa parte del Nuovo centrodestra, un partito che può “vantare” una minipattuglia siciliana nel governo Renzi, dal ministro Alfano ai sottosegretari Vicari e Castiglione. Questi ultimi, invece, hanno persino protestato. Tre mesi dopo la presentazione del Piano. Dopo l’esplosione delle proteste di sindaci e medici per tutta l’Isola. E nulla sapevano gli esponenti del Partito democratico? Davvero Gucciardi ha fatto tutto da solo? Nessuno, nemmeno quelli che oggi si propongono come “interlocutori” col Ministero della Salute per salvare Pronto soccorsi e reparti (dal capogruppo del Pd Alice Anselmo fino ai deputati all’Ars di Ncd), avevano allora, a giugno, relazioni così solide da poter venire a conoscenza del semplice fatto che al Ministero fosse giunto un documento che metteva sottosopra la Sanità siciliana? Una simulazione, dice Gucciardi. Una traduzione obbligata del decreto ministeriale, insiste Crocetta. Bugie, che si aggiungono a quelle di chi assicura, per salvare faccia e un minimo di consenso: “Io non c’ero. Io non ne sapevo nulla”.


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