Una stretta di mano vigorosa e gli occhi lucidi: “Grazie, grazie davvero per quello che avete fatto”. A parlare sono i figli di Antonino Raccuglia, l’anziano che lotta con la morte a Villa Sofia, dopo essere stato preso a martellate da un folle alla stazione centrale mentre era con la moglie. I due ragazzi nigeriani, Kennedy Anetor e John Paul Boi, 25 e 18 anni, sono imbarazzati negli uffici della Polfer, si vede che non vorrebbero recitare la parte degli eroi. Per loro è in arrivo un permesso di soggiorno speciale, il premio del coraggio. Non hanno esitato a bloccare l’aggressore della coppia. Conoscono poche parole in italiano, ma riescono a spiegare in inglese ciò che è accaduto. “Eravamo alla fermata dell’autobus verso le 10 – dice Kennedy – dovevamo comprare il biglietto. Mi sono girato e ho visto un ragazzo molto robusto che prendeva a martellate i due signori. E’ scappato, a destra dei portici, e l’abbiamo rincorso per fermarlo. Ho gridato ‘perché? perché? perché hai colpito anche la donna?’ Lui ha risposto che non dovevamo impicciarci, di tornarcene nel nostro Paese ed ha cercato di colpirci”.
I due giovani vengono dalla Nigeria, il primo è arrivato a novembre, il secondo a settembre. Si sono conosciuti a Trapani e sono diventati amici. “Viviamo a Palermo da un mese e mezzo – spiega John Paul – da Biagio Conte. Non abbiamo un lavoro. In Nigeria ci sono troppi problemi e speriamo di trovare un po’ di fortuna qui”. Non vogliono restare a Palermo: “It’s a beautiful city – conferma Kennedy – ma ho paura…so che la gente mi terrà gli occhi puntati addosso”. Preferirebbero andare a Roma o Milano, hanno paura di rappresaglie.